Ravenna – Antico e moderno in un unico museo dedicato al Sommo Poeta. All’interno dei Chiostri Francescani, a pochi passi dal sepolcro, in occasione delle celebrazioni per i settecento anni della morte di Dante il museo è stato rinnovato e riallestito all’insegna delle più moderne tecnologie digitali, senza però rinunciare ad alcuni storici cimeli, dalla cassetta di legno in cui furono trovate le ossa durante dei lavori al Quadrarco di Braccioforte,, alla porta originale della tomba.
Il Museo Dante è un viaggio, anche immersivo, alla scoperta del Poeta, un itinerario a vari livelli, a seconda che a percorrerlo siano studiosi, appassionati, anche bambini. Ricostruisce la sua vita, le opere, il perdurare della sua fama nei secoli. È un percorso tra antico e contemporaneo, tra oggetti storici e multimedialità nel quale il visitatore può perdersi per ore o farsi attraversare velocemente dalle suggestioni di suoni e immagini.
Il Museo, nato come Museo dantesco nel 1921 grazie a Corrado Ricci nel VI centenario della morte del Poeta, ha un nuovo volto nel rispetto del passato. Nove sale complessive compongono un percorso ad anello che parte da una linea del tempo multimediale che racconta di Dante e della sua epoca. Si può intervenire, alla ricerca di contenuti più approfonditi, o isolarsi in una sorta di campana sonora per ascoltare aspetti particolari della vita e dell’opera del Poeta.
C’è la sala dedicata al volto, quello che Boccaccio ricostruisce grazie alle testimonianze di chi lo aveva conosciuto, un’icona divenuta celebre in tutto il mondo. E subito dopo, in un efficace contrasto tra moderno e antico, la Sala di Montevideo del 1921, unica nel suo genere. Il nuovo allestimento non ha modificato questo piccolo gioiello, sono stati solo ricollocati nella posizione originaria gli oggetti donati in occasione delle celebrazione del VI centenario.
Nelle due sale successive sono conservate le testimonianze della complessa e avventurosa storia della sepoltura di Dante e dei suoi resti. Dalla cassetta dove le ossa furono rinvenute nel 1865 a pochi metri dalla basilica di San Francesco, all’arca dove furono esposte nello stesso anno in occasione del VI centenario della nascita, e ancora le porte originali in legno del sepolcro di Morigia e le riproduzioni degli stucchi che si trovavano all’interno.
C’è una sala dedicata alla fama di Dante e della sua opera dal Trecento a oggi. Ospita la Commedia, tradotta in un centinaio di lingue, diffusa attraverso migliaia di edizioni popolari illustrate, commenti e riassunti, attraverso riduzioni cinematografiche e parodie televisive, album di figurine, giochi da tavolo, storie a fumetti e cartoni animati.
Infine la conclusione: le ultime tre sale immersive accompagnano il visitatore attraverso Inferno, Purgatorio e Paradiso in un viaggio fatto di poesia, immagini (provenienti dal patrimonio della Biblioteca Classense), ombre e luci. Il Museo si inserisce in un processo di valorizzazione complessiva della zona dantesca che riveste il ruolo di polo di attrazione culturale e turistica fondamentale per la crescita e lo sviluppo della città. Il riallestimento pensato per il VII centenario del 2021 è riuscito nell’impresa di far incontrare e armonizzare tra loro due aspetti legati alla tradizione dantesca, quello più storico legato ai reperti, ai manufatti raccolti nei secoli in occasione delle celebrazioni, e quello multimediale e interattivo.