Forlì – È un intrecciarsi tra passato e futuro, quello che designa le vicissitudini delle rocche di Forlì e del comprensorio. Quando pensiamo a loro non dobbiamo vedere solo spesse mura dense di storia, ma anche ciò in cui il tempo le ha trasformate (basti pensare alla rocca di Ravaldino a Forlì, antica residenza di Caterina Sforza ormai da molti anni adibita a casa circondariale in buona parte dei suoi spazi) e non solo: rimane ancora da scrivere il loro avvenire.
Di quello della rocca forlivese si è parlato a lungo, infatti nel 2018 la Fondazione Carisp aveva pensato a un’archistar del calibro di Massimiliano Fuksas per ridare vita la castello: un nome che aveva sollevato molti entusiasmi e quasi altrettante polemiche, ma del quale, poi, non si è più fatta menzione.
Prima che la pandemia ne segnasse il forte rallentamento, però, erano partiti importanti lavori su alcune aree dell’antico maniero, quelle non interessate dal carcere. In particolare sono già stati recuperati i camminamenti e sono stati messi a norma i bagni. Nell’ex alloggio del custode si pensa alla collocazione di diverse associazioni di rievocazione storica del territorio che, con la loro presenza, svolgerebbero anche un’azione di guardiania.
Il progetto, che dovrebbe concludersi entro il 2023, prevede inoltre il recupero delle sinopie, ovvero le frasi incise sui muri dai carcerati che occuparono quelle stanze fino alla fine dell’Ottocento. Si prospetta anche il ripristino delle aree cortilizie interne dove si potranno svolgere spettacoli anche di natura teatrale, andando ad aggiungere un’ulteriore arena estiva a quella del San Domenico: lo spazio potrebbe accogliere fino a 200 spettatori.
Spostiamoci a Modigliana dove uno dei monumenti simbolo è proprio la rocca dei Conti Guidi, conosciuta in paese come la ‘Roccaccia’, con la suggestiva ‘tribuna’ che ne costituiva il principale accesso, composta da due campanili e un’edicola mariana. Proprio la tribuna è oggetto del restauro avviato in primavera (il valore è di 97.500 euro) che prevede lavori sulla copertura per evitare infiltrazioni d’acqua e di riqualificazione dell’edicola e della statua della Madonna, oltre che della parete muraria esterna.
Per quanto riguarda il castello di Civitella, invece, a essere in odore di ripristino è la sua parte più nascosta, ovvero quella dei cunicoli sotterranei che collegano piazza Giordano Bruno e il lavatoio. Sono stati ultimati, invece, i lavori sulla torre del castello di Teodorano, frazione di Meldola: è ora possibile salire fino in cima per ammirare, da quella posizione privilegiata, le vette del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e, girandosi verso sinistra, il mare. I lavori, del costo di 220mila euro, prevedevano il consolidamento strutturale e altre opere di restauro volte a rendere sicura l’ascesa.
La rocca medioevale di Predappio Alta, simbolo dell’antico borgo e contesa nel medioevo fra Ordelaffi e Calboli, è ora di proprietà comunale. Riaperta nel 2006, dopo anni di restauri, fino al 2009 è stata gestita dall’associazione del Sangiovese e dalla Pro loco per degustazioni di vini locali. Poi è stata chiusa per due anni e riaperta nel 2012 da un’altra associazione, in collaborazione con operatori turistici locali.
Ora è stata oggetto di nuovi lavori di riqualifica, dal valore di circa 55mila euro. Nel 2021 era arrivato al primo posto nella classifica dei ‘Luoghi del cuore della Romagna’ del Fai, il Castellaccio di Rocca San Casciano. Appena l’anno prima, il bastione semicircolare era stato oggetto di lavori di restauro e consolidamento che avevano reso nuovamente sicura e accessibile l’area circostante.
Completiamo, infine, il viaggio tra le fortezze andando a Castrocaro: dal 2020 il castello è oggetto di lavori che procedono a stralci. L’ultimo prevede opere di miglioramento sismico e consolidamento e recupero delle cortine esterne. Nella vicina Terra del Sole, invece, è stato approvato il progetto per il restauro delle antiche mura medicee nel tratto tra Porta Romana e il bastione San Martino.