Forlì – Anche le visite guidate oggi non sono più quelle alle quali eravamo abituati. Il cicerone c’è ancora, ma non è più in carne ed ossa: le spiegazioni, ormai, sono spesso affidate ad una app che guida attraverso le vie della città alla scoperta del suo patrimonio. Tra le realtà più ’antiche’ a Forlì in questo senso, c’è senz’altro il progetto dell’associaizone culturale Spazi Indecisi: ‘In-Loco, il museo diffuso dell’abbandono’.
In-loco è un percorso attraverso i luoghi abbandonati che raccontano realtà che non esistono più, se non ne la forma di ruderi, capaci ancora di raccontare tanto se qualcuno ha voglia di ascoltarli. Nel museo dell’abbandono non ci sono orari di apertura, biglietti da pagare, né sale da visitare: è sufficiente munirsi di una delle mappe che si possono trovare alla sede di Spazi Indecisi, all’EXATR in piazzetta Savonarola, oppure consultare il sito web. Così si potrà partire seguendo uno dei percorsi suggeriti o anche semplicemente una delle tappe indicate.
I visitatori avranno l’imbarazzo della scelta, infatti i luoghi dell’abbandono non sono solo a Forlì, ma sono centinaia sparsi in tutta la Romagna, dalla collina alla Riviera. Una volta giunti a destinazione sarà sufficiente scansionare il qrcode che si trova affisso – piccolo, ma sempre visibile – in prossimità dell’edificio e ascoltare la sua storia. A Forlì si possono scoprire i racconti dell’ex zuccherificio Eridania, del convento di Santa Maria della Ripa, dell’arena di via Giorgio Regnoli, della fornace Maceri Malta e di tanti altri luoghi ancora.
Anche i murales che furono realizzati in centro a Forlì tra il 2016 e il 2018, nel corso di un festival che non fu poi replicato, a diversi anni dal loro completamento, non hanno smesso di esercitare il loro fascino grazie al potere della rete. I muri dipinti, infatti, sono entrati a far parte di un itinerario turistico, diventando i punti di una mappa dell’arte che porta ad attraversare la città.
La cartina dettagliata con tutti i muri si trova sul sito muralifestival.it (il dominio, qualche mese fa, fu hackerato, ma è poi tornato in possesso dei legittimi proprietari), ma un itinerario specifico si può trovare anche sulla app ‘Forlì tre valli’, realizzata per volontà del Rotary Tre Valli per la promozione del territorio. Sulla applicazione, scaricabile gratuitamente su tutti gli smartphone, infatti, si possono trovare decine di itinerari a Forlì e nel circondario, tra i quali uno dei più gettonati è proprio quello dedicato ai murales di Forlì. Particolarità della mappa online, però, è che l’itinerario sarà diverso in base al punto di partenza.
Così se ci si trova vicino ai musei San Domenico la mappa porterà a vedere il poetico murale di Gomez, realizzato nel 2016 in piazzale Guido da Montefeltro, poi quello a tema naturalistico di Gola, in vicolo Casaglia, senza dimenticare il mosaico del professor Luigi Impieri, sempre in vicolo Casaglia, per avvicinarsi poi al centro con i realistici panni stesi ad asciugare che Eron ha dipinto in vicolo San Domenico, e le forme astratte di Moneyless in via Casaglia, fino ad arrivare alla piazza.
Se invece si avvia la app in piazza, tra le prime opere che si potranno vedere ci sarà quella di Millo, in piazza del Carmine, per poi arrivare a quella enorme di Zed1 in via Nullo, per arrivare, lungo corso della Repubblica, ad ammirare il murale coloratissimo di Camilla Falsini, che si trova sul muro esterno della biblioteca in parco della Resistenza.
Quante volte passando di fronte a una casa storica di Forlì abbiamo avuto voglia di entrare, ammirarne l’architettura che di solito ci è preclusa e, magari, ascoltare quello che hanno da raccontare i proprietari? Ora è possibile farlo grazie al sito web e alla relativa app ‘comeinforli.it’, realizzato da Spazi Indecisi e Casa del Cuculo in collaborazione con il Comune.
In sostanza sono stati scelti dieci edifici cittadini, tutti esempi di architettura razionalista, e se ne sono raccontate le storie in una mappatura umana attraverso gli anni, per ripercorrere le vicende di ogni luogo attraverso quelle che si sono tramandati gli abitanti. Collegandosi ai qrcode collocati accanto agli edifici selezionati, si potrà accedere ai tour virtuali dell’ex collegio aeronautico, villino Boni in viale della Libertà, la palazzina Benini (si tratta di uno dei due edifici gemelli che fungono da accesso a corso della Repubblica), le case popolari delle poste e dei telegrafi, le case Incis, l’Exatr, case Marsala, case Clam, villino Lombardi e la raffinata palazzina de Cupis.
Nei luoghi danteschi tra Bertinoro e Polenta, invece, i qrcode danno la possibilità di ascoltare registrazioni delle voci di personaggi famosi che propongono i versi del sommo poeta. Hanno aderito Biagio Antonacci, Giorgio Panariello, Moni Ovadia, Micaela Ramazzotti e Milena Gabanelli.
Anche i musei San Domenico, da parte loro, hanno fatto un importante passo verso il virtuale, infatti alla mostra dedicata alla figura di Maddalena era possibile vedere alcuni quadri prendere letteralmente vita grazie alla realtà aumentata. Anche il turismo è sempre più smart.