Forlì – Una città al passo con i tempi è anche una città capace di minimizzare al massimo l’impatto dei rifiuti. La prima mossa per ridurre gli sprechi si è fatto nel 2018, con l’arrivo del porta a porta, ma non basta. Per migliorare la qualità del vetro raccolto e, di conseguenza, anche il suo riutilizzo, ora Alea Ambiente, la società in house che gestisce la raccolta dei rifiuti, mette in campo una serie di iniziative. Il progetto (per ora in fase sperimentale) riguarda sia le utenze domestiche che quelle non domestiche, alle quali Alea chiede di dividere il vetro trasparente da quello colorato. Il colorato infatti può essere prodotto partendo dal vetro riciclato fino al 95%, mentre nel caso di vetro bianco la quota è del 20%. Non solo, infatti dai rottami di vetro colorato non è possibile produrre vetro riciclato incolore.
Ma cosa cambia per gli utenti? Nelle campane di vetro saranno chiusi gli accessi più ampi, in modo da impedire ai cittadini di inserirvi sacchetti di plastica contenenti le bottiglie (che andrebbero sempre conferite sfuse). A tutte le utenze domestiche verrà consegnata una borsa riutilizzabile per il conferimento del vetro. L’auspicio di Alea è che i cittadini comincino a separare vetro bianco e vetro colorato, per poi conferirlo negli EcoCentri, che saranno dotati di appositi contenitori, separati appunto per colore. Allo stesso modo, verranno forniti contenitori aggiuntivi anche a tutte le utenze non domestiche che decideranno partecipare al progetto, con particolare attenzione ai pubblici esercizi. Nelle ‘campane’ stradali sarà invece possibile continuare a conferire il vetro senza alcuna distinzione. Sono circa mille le utenze tra bar e ristoranti che risultano ad Alea; 400 continuano a conferire nelle campane. Le attività commerciali verranno man mano visitate da personale di Alea Ambiente, che illustrerà loro il progetto, del costo di 161mila euro, 99mila dei quali coperti da finanziamenti esterni. Un piccolo sacrificio per gli utenti, insomma, che però dovrebbe andare a migliorare le tariffe finali, oltre a potenziale le possibilità di riutilizzare un materiale potenzialmente riciclabile all’infinito.
Contestualmente, per sfruttare al meglio la percentuale di umido dei rifiuti urbani (che ha raggiunto l’80%), il Comune ha deciso di puntare su un biodigestore. Il progetto è stato candidato al Pnrr tramite Alea Ambiente, la società in house che gestisce la raccolta dei rifiuti. Il dispositivo di riciclaggio consentirebbe di decomporre i rifiuti organici tramite batteri anaerobi, generando così biogas e consentendo l’utilizzo degli scarti come fertilizzanti, riducendo al minimo gli sprechi.