Ferrara – La geotermia potrebbe essere davvero l’arma per combattere il caro bollette? Ma, soprattutto, se per realizzare un impianto geotermico non servisse fare opere imponenti e fosse alla portata di tutti, o quanto meno per coloro che hanno un giardino? Tutto questo potrebbe essere molto più realistico di quanto non si pensi.
Infatti, lo spin-off di Unife, Nea, ha elaborato un progetto che, a suo modo, potrebbe rappresentare una svolta. “Si tratta – spiega Dimitra Rapti, ricercatrice del nostro ateneo – di un sistema già largamente diffuso nel Nord Europa ma che, per un territorio come quello ferrarese, potrebbe risultare particolarmente efficace e rendere le abitazioni energeticamente autonome”. Il sistema è basato sull’installazione di scambiatori, che potrebbero essere inseriti nei giardini delle abitazioni, che sfruttano l’energia derivante dal calore costante del sottosuolo.
Dunque con questo metodo innovativo, non ci sarebbe bisogno di ricorrere all’acqua presente nel sottosuolo a grandi profondità. Infatti, come precisa Rapti, “gli scambiatori alimenterebbero le pompe di calore attraverso le quali le case vengono riscaldate o raffreddate a seconda della stagione”. In pratica, sintetizza la ricercatrice, si sfrutta “l’effetto ‘grotta’ del nostro sottosuolo, andando ad attingere nella zona di omotermia”.
Come detto, si tratta di impianti non particolarmente complessi da installare. I prezzi? “Ne esistono di vari generi – specifica Rapti – ma, qualora i privati volessero installarli, potrebbero usufruire dei bonus statali e il pay-back sarebbe garantito comunque nel giro di cinque o sei anni”.
Lo spin-off di Unife, proprio sfruttando questo progetto, sta realizzando un impianto per 150 appartamenti nel veronese, che saranno completamente autonomi sotto il profilo energetico. Motivo per il quale l’amministrazione ha puntato gli occhi verso questo modo innovativo di sfruttare la risorsa naturale del nostro territorio, senza andare a intervenire nuovamente nel pozzo geotermico di Casaglia, che già alimenta tutte le utenze collegate.
“La nostra università – così l’assessore all’Ambiente Alessandro Balboni, che personalmente sta interessandosi alla questione – vanta uno dei team di ricerca più competenti a livello italiano, sul versante della geotermia. E, il progetto sviluppato da Nea, specie in un momento nel quale le bollette legate alle forniture elettriche sono sempre più alte, potrebbe davvero essere una risorsa alla quale attingere”.
Secondo Balboni quello di Nea potrebbe essere un buon modo per “allacciare a impianti geotermici molte utenze, specie nelle frazioni“. “I ferraresi – prosegue – potrebbero installare questi impianti nei giardini di casa, che attingono le risorse energetiche a bassa profondità nel sottosuolo, e rendersi completamente autonomi”. Senza contare le ricadute positive in termini di impatto ambientale.