Cosa c’è di più rapido e immediato di un’autodiagnosi? Serve chiarezza: il riferimento non è affatto al deleterio metodo di chi aprendo un motore di ricerca e digitando una compulsione di presunti sintomi, si sente autorizzato a stabilire autonomamente il tipo di patologia che lo affligge e con essa i giusti percorsi di cura per affrontarla. A riguardo non ci sono lati positivi da poter citare, ma soltanto enormi rischi da correre.
Il riferimento è piuttosto alla metodologia introdotta negli ultimi mesi in Emilia Romagna in relazione a nuove possibilità di tracciamento del coronavirus: chi in effetti si è sottoposto alla terza dose di vaccino e non presenta particolari sintomi, può effettuare un tampone in autonomia, anche presso la propria abitazione.
I kit dedicati allo scopo ormai pullulano e si trovano con facilità a prezzi sempre più accessibili. In pratica, aprendo la confezione monodose, il paziente si trova ad avere a disposizione sia il bastoncino per effettuare il tampone, che i reagenti necessari per provocare la reazione necessaria a individuare eventuali tracce di virus.
La procedura, alla quale peraltro in un modo o in un altro larghissima parte della popolazione si è sottoposta, è ormai nota e nell’arco di pochi minuti permette di arrivare a un risultato. Che, e questo è il vero punto di svolta introdotto, non è più fine a se stesso ma, in caso di positività, acquisisce lo stesso valore che hanno i test effettuati dal personale dell’Ausl, delle farmacie e di tutti i centri autorizzati a effettuare test. La decisione venne in effetti adottata nell’inverno ormai alle spalle, quando il numero di contagi era elevatissimo, così come la quantità di tamponi che era necessario effettuare nella (vana) speranza di tenere traccia del percorso del virus.
Così, puntando se non altro ad alleggerire le interminabili file di ipotetici soggetti positivi in attesa del loro turno, è stata autorizzata la procedura domestica. Se il risultato del test è negativo, il capitolo si chiude immediatamente, mentre in caso di positività, l’indicatore che mostra l’esito deve essere fotografato e l’immagine allegata al fascicolo sanitario. Da quel momento inizia così il periodo di isolamento.