Ravenna – Rigenerare le zone umide e naturalistiche e collegare tra loro tutti i lidi ravennati attraverso percorsi ciclabili sostenibili significa riuscire a modificare le abitudini dei cittadini, attirare un turismo capace di ammirare e scoprire questo patrimonio unico nel rispetto della sua fragilità. Significa allora limitare l’utilizzo dei mezzi di trasporto inquinanti e mettere in atto una trasformazione radicale.
Il recupero e la valorizzazione del patrimonio naturale, attraverso i bandi europei per la fruizione turistica delle aree naturali, i bandi di rigenerazione urbana e attraverso soprattutto i finanziamenti del Pnrr, si inserisce in un progetto più ampio di trasformazione del territorio e delle abitudini dei suoi abitanti.
«Smart City – spiega l’assessore Giacomo Costantini – è anche questo. Cioè migliorare le condizioni di vita delle persone, mettendole nelle condizioni di avere stili di vita più sostenibili dal punto di vista ambientale, di avvicinarsi alla bellezza di questi luoghi e di sviluppare una sensibilità diversa». Tra i progetti principali c’è quello di collegare tra loro e con Comacchio tutti i lidi ravennati attraverso percorsi ciclabili in mezzo alla natura.
Nell’area di Sant’Alberto, Mandriole, lungo l’argine sinistro del Reno fino a Bellocchio. E ancora l’area delle Saline, la ciclabile del Savio così da realizzare un collegamento con Cesena. Nel completamento della ciclabile che dovrà unire tutti i lidi è previsto il tratto che consentirà di attraversare il fiume Savio, la ciclabile di Lido Adriano e l’ultimo tratto di quella di Marina Romea che si collega a Casal Borsetti.
«Collegando le località di mare – aggiunge Costantini – ti muovi anche all’interno di zone di grande interesse naturalistico, come Foce Bevano e la Pialassa Baiona». Qui verranno realizzati nuovi camminamenti sul lato di Marina Romea e anche a Nord, dove la Pialassa incontra la terra in quel piccolo paradiso che è il prato Barenicolo, la cui ricchezza floreale è straordinaria.
«Smart City – conclude Costantini – non è solo innovazione tecnologica messa al servizio del miglioramento della vita e delle città. Recuperare queste zone naturalistiche, questo patrimonio e renderlo fruibile significa popolarlo di persone che diventano loro stesse portatrici di tecnologia. Perché la tecnologia ce l’hanno tra le mani, e sono in grado di postare, pubblicare, condividere, diffondere quello che vedono, meglio di qualsiasi campagna turistica, diventano un formidabile veicolo promozionale».
Tra le aree oggetto di valorizzazione c’è anche l’oasi di Punte Alberete, complesso palustre di acqua dolce a pochi chilometri da Ravenna. Sono circa 190 ettari di un bosco allagato, unico esempio rimasto nella zona, di farnie, ontani, pioppi, frassini e salici.