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Home > Emilia Romagna > Forlì, due passi nel centro che prenderà forma: più storia e cultura (e addio alla pensilina)

Forlì, due passi nel centro che prenderà forma: più storia e cultura (e addio alla pensilina)

Attesa per il restyling di piazza Saffi, che riguarda anche San Mercuriale e palazzo Albertini. Ma c’è molto altro, dalla Rocca al San Domenico

Marco Bilancioni
23 Maggio 2022

Forlì – Piazza Saffi, San Mercuriale, i luoghi della cultura, le scuole. Il centro di Forlì è da sempre oggetto di dibattito: malato cronico per gli uni, principe da svegliare per gli altri. Ma non c’è dubbio che ci siano numerose novità in arrivo. A cominciare proprio dal cuore della città, la piazza.

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La più eclatante è che, già nel 2023, dovrebbe essere smontata la pensilina degli autobus, dopo circa un quarto di secolo. Obiettivo: migliorare la visuale di San Mercuriale. Una svolta che presuppone un diverso tipo di passeggio: non solo i forlivesi (tra i quali l’idea trova pro e contro) ma soprattutto i visitatori. Per i quali proprio l’abbazia sarà un punto di riferimento: a breve partirà un restauro della durata di 8 mesi, per 700mila euro complessivi.

A parte pavimentazioni e telecamere nel chiostro, il cuore dell’intervento è il campanile. Non la facciata (già sistemata) ma le scale, la salita fin lassù, in cima. Attrazione che dovrebbe fare il paio con palazzo Albertini: un milione di euro per l’intervento che ne adatterà le sale a ospitare la collezione Verzocchi, in uscita da via Albicini. Se non fosse che il cantiere si è fermato a causa dell’aumento delle materie prime.

Del resto, l’intervento complessivo su piazza Saffi deve attendere tempi comunque non brevi: la Sovrintendenza ha in mano il progetto complessivo. Lampioni ritinteggiati, nuove tende sul lato del municipio, regole ridefinite per i dehors, panchine da cambiare, e novità perfino per l’ellisse attorno alla statua di Aurelio Saffi.

Dovremo abituarci, probabilmente, a vedere i bus dei visitatori delle grandi mostre (del resto piazza Guido da Montefeltro non è più un parcheggio, l’idea è ’obbligarli’ a vedere San Mercuriale e dintorni), probabilmente non le auto visto che della richiesta di aprire al traffico il lato della Camera di Commercio non si parla più. Anche palazzo Talenti Framonti – al netto della lunga attesa successiva alla chiusura di Eataly – resta un luogo su cui puntare: nei prossimi mesi è atteso il nuovo gestore, per quanto riguarda ristorazione e non solo.

E se davanti al municipio si concentrano le novità, un viaggio nella Forlì del futuro ne conta numerose altre a distanza di qualche centinaio di metri. Al San Domenico ci sarà una nuova ala (maxi operazione da 11 milioni) e vari parcheggi, per esempio in via Romanello da Forlì. Per una decina d’anni, palazzo Romagnoli dovrebbe ospitare la sezione moderna della biblioteca, a sua volta oggetto di recupero. L’ex asilo Santarelli sarà trasformato (cantiere in corso da 5,9 milioni).

E la Rocca di Ravaldino? Sarà finalmente priva del carcere, destinato all’estrema periferia del Quattro. In questo caso, tuttavia, ci vorrebbe la palla di vetro per scorgere esattamente la forma definitiva: l’assessore Valerio Melandri ha proposto un grande parco, la Fondazione fece lavorare lo studio dell’archistar Massimiliano Fuksas in direzione completamente diversa. Di certo c’è il recupero dei camminamenti (100mila euro) e degli spazi affacciati su porta Ravaldino (un milione di euro). E si potrà andare in bici dalla Rocca alla stazione, passando dal Campus universitario, lungo la pista ciclabile in corso d’esecuzione.

Non solo: in centro torneranno i vigili urbani, con una sede in piazza Cavour, al posto della vecchia scuola ’Flavio Biondo’ (intervento da 3,5 milioni). Un altro storico istituto, la ‘Piero Maroncelli’, sarà raso al suolo e ricostruito da zero (quasi 8 milioni totali) in maniera avveniristica: dall’auditorium al giardino pensile, il tutto in una zona come quella di Borgo San Pietro che ha sofferto di più.

Lì, dove un po’ alla volta, anche la chiesa del Carmine sta sfidando le insidie del tempo con un cantiere che non riguarderà solo il tetto attualmente sotto i ferri. C’è riuscito benissimo – poche centinaia di metri più in là – l’ex deposito delle corriere dell’Atr: 1,5 milioni in arrivo dopo la riapertura già avvenuta grazie alle associazioni culturali. Il futuro, insomma, è già iniziato.

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