Cesena – “Se non sai le lingue, resti sempre un passo indietro”. La frase è universale e ormai senza tempo, ma l’accezione iniziale, che generalmente era limitata alla conoscenza dell’inglese, ora è diventata troppo riduttiva. Perché nel ventunesimo secolo una delle principali forme di linguaggio è quella con connotazioni informatiche. E non è affatto scontata, soprattutto quando a comunicare tra loro devono essere non esseri umani, ma dispostivi progettati e realizzati in tempi e con modalità diverse, per usi differenti. E allora hai voglia a gesticolare, se le comunicazioni non funzionano, i problemi rischiano di diventare insormontabili.
Con questo spirito, passando per i locali di Cesena Lab, è nata ‘Vaimee’, spinoff dell’Università di Bologna fondata nel 2020, una startup innovativa ideata con l’intento di rendere facile e veloce realizzare integrazioni tra sistemi complessi già esistenti in pochi click, in modo sostenibile ed economico.
Luca Roffia, co-fondatore, qual è l’impatto della vostra startup sul mondo del lavoro di oggi?
“L’idea è quella di ottimizzare tempi, costi e processi decisionali, a vantaggio di tutti, fornendo non un programma specifico, ma un metodo di lavoro che può essere facilmente personalizzato”.
Partiamo dall’inizio.
“La nostra piattaforma è basata sulle più innovative tecnologie open source e può essere utilizzata per collezionare e registrare i flussi di dati, combinandoli tramite algoritmi e riutilizzarli poi per nuove soluzioni ’smart’. Che magari a dirla così sembra una questione di nicchia, ma che in realtà è la chiave di volta del prossimo futuro. Perché si fa presto a parlare di industria 4.0, ma se poi ci si ritrova ad avere a che fare con macchinari diversi che non riescono a ‘comunicare’ tra loro, la questione diventa decisamente difficile da gestire”.
Qual è il vostro approccio?
“Abbiamo mosso i primi passi all’epoca del covid, coinvolgendo due soci con un’esperienza di 25 anni nel settore dell’elettronica. L’idea era quella di unire i loro prodotti coi nostri servizi e per farlo siamo partiti dalle schede elettroniche abbinate ai trasformatori di energia. Quello che abbiamo aggiunto è stato il monitoraggio da remoto. È un passo risolutivo, perché quel genere di schede è generalmente collocato in posti difficilmente raggiungibili e che se vengono ispezionate a ‘random’ spesso finiscono per causare lunghe perdite di tempo. In questo modo invece non solo è immediato tenere sotto controllo l’intera situazione, ma si possono anche inviare degli avvisi preventivi, in grado di informare i tecnici addetti alla manutenzione che un tale componente è vicino al deterioramento. In questo modo si può intervenire evitando il guasto, risparmiando denaro e guadagnando efficienza”.
Che altro?
“Si parlava degli anni del covid, abbinati alle restrizioni e all’avvento dello smart working. In quest’ottica abbiamo ideato ‘ My2Sec’, una piattaforma online che facilita il lavoro da remoto tenendo traccia dei progressi giornalieri in tempo reale. È indispensabile per avere una visione d’insieme costantemente aggiornata del progetto. In questo modo è facile prendere decisioni tempestivamente e in maniera accurata”.
Vi rivolgete alle aziende.
“Ma anche dei lavoratori. E con questo arriviamo a un altro dei tre progetti che l’Unione Europea ci ha finanziato. Attraverso un sistema di blockchain, lo stesso approccio utilizzato dalle cripto valute, è possibile inserire dati che dentano immutabili e che per questo possono essere utilizzati per determinare delle caratteristiche e delle prerogative dei lavoratori. Non si tratta più di un curriculum che chiunque può scrivere su se stesso, ma di una serie di informazioni ‘certificate’ redatte dagli specifici responsabili di settore delle stesse aziende e messe a disposizione di tutti, in modo che eventuali altre realtà che sono alla ricerca di una particolare figura professionale, possano trovare velocemente i candidati con le giuste referenze, ampiamente certificate”.
Qual è il vostro orizzonte?
“Effettuiamo consulenze aziendali in Italia e all’estero, fino agli Stati Uniti. Non ci sono limiti, perché le soluzioni che proponiamo si possono applicare a qualunque contesto”.