Forlì – Il mondo degli spettacoli dal vivo è uno di quelli che ha sofferto di più le restrizioni anti-Covid. Fortunatamente, la situazione sanitaria offre oggi la possibilità di tornare a godersi una serata a teatro o un concerto. Se non fosse che sotto alcuni aspetti Forlì era in difficoltà anche prima della pandemia: quanto dista, per esempio, l’ultimo grande concerto al Palafiera? Ecco però che il settore degli spettacoli potrebbe offrire nei prossimi anni alcune novità.
Cominciamo la carrellata proprio dal Palafiera. Dal primo show in assoluto (Boy George, novembre 1987) sono stati tanti i big della musica che si sono esibiti: fino a un certo punto. Poi sono cominciate le difficoltà, dovute sia alla situazione economica della Fiera, sia al mercato della musica mondiale, che ha cominciato a privilegiare impianti più grandi dell’arena intitolata ad Achille Galassi (e sponsorizzata da Unieuro).
Qualcosa però potrebbe cambiare: primo, perché la ripartenza post Covid – e, ora, anche le spese per l’energia – suggeriscono di ridimensionare gli spazi. Il Palafiera potrebbe tornare ad essere la casa della giusta misura, accogliente, come in passato lo fu per Jovanotti, Ligabue, Max Pezzali, Sting, Deep Purple e tanti altri miti musicali degli anni Novanta. Secondo, perché anche il palasport di via Punta di Ferro sta per mettersi al passo coi tempi.
Per ora in maniera discreta, sono cominciati lavori destinati ad avere un sensibile impatto. Prima le cifre: 2,6 milioni totali tra i vari stralci, che prevedono dall’efficientamento energetico alla ripavimentazione dei ballatoi, ovvero i corridoni interni all’arena; 2 milioni è la parte più corposa, 1,4 quelli – auspicati – che potrebbero arrivare dal Pnrr. I tempi, in questo caso, sono più stringenti rispetto a quelli canonici dei fondi europei: autunno 2024. Per allora, il Palafiera avrà cambiato aspetto estetico. Rifacimento delle ringhiere (resteranno comunque rosse), nuove poltroncine, nuovo colpo d’occhio cromatico.
Oggi l’arena è un divertente ‘pasticcio’ di colori: alcune delle strutture portanti sono gialle e verdi, c’è dell’arancione, il rosso (sbiadito) delle sedute. Gli addetti ai lavori dicono che uno sfondo così iridescente spaventa qualunque artista debba proiettare giochi di luce, scenografie, effetti ottici. Per questo, il ‘nuovo’ Palafiera si adatterà a essere una quinta neutra: poltroncine grigie, gradoni grigi o addirittura neri. Per quanto riguarda gli effetti speciali, si potranno fare anche quelli (adesso no): le luci attuali sono a incandescenza, le prossime saranno a led.
Si potranno accendere e spegnere con un clic, creando dunque atmosfere particolari funzionali allo show. Gli artisti arriveranno? È l’aspetto decisivo: il Comune ha in mente una gestione privata, già tentata durante l’amministrazione Drei. Fu proprio l’assenza di grandi eventi a penalizzarla, finché l’ente stesso ha dovuto tornare gestore. I privati potrebbero cambiare musica, in tutti i sensi.
Detto che Forlì ha trovato l’arena San Domenico per gli spettacoli estivi all’aperto, nei giorni scorsi alcune associazioni hanno proposto un altro spazio nuovo: l’area verde dietro al Foro Boario. Creata dalla ristrutturazione, è effettivamente ampia eppure raccolta, adatta a eventi musicali (pur senza grandi nomi). Per quanto riguarda gli show al coperto, ci sono novità per ben quattro strutture: il teatro ‘Diego Fabbri’ ha ottenuto 400mila euro, il Testori di via Vespucci (sede del Centro di produzione teatrale Elsinor) altri 250mila, destinati alla messa in sicurezza, ammodernamento ed efficientamento energetico.
Non solo. L’ex Atr, in piazzetta Savonarola alle porte del centro, diventerà sempre di più la casa del teatro contemporaneo: in giugno sono terminati i lavori di messa in sicurezza statica per un milione di euro. Già le rassegne Ipercorpo, Meet the docs! e Ibrida sono tornati nel vecchio deposito delle corriere. Nel 2023 sono previsti altri lavori (1,2 milioni) con fondi del Pnrr.
E poi sta per arrivare il nuovo auditorium della musica all’ex cinema Odeon in viale della Libertà: è recente la notizia che il luogo sarà sponsorizzato – con la formula dell’art bonus – da Conad, che darà 2 milioni di euro per un periodo di 20 anni. Entro i primi mesi del 2024 dovremmo poter assistere a rassegne musicali in uno spazio da 420 posti (di cui 70 in galleria).
Realizzare l’auditorium costa in totale 4,5 milioni e potrebbe essere utilizzato anche per la proiezione di audiovisivi legati al museo della Ginnastica che, parallelamente, è in via di costruzione nella restante parte dell’ex Gil. La musica può cambiare da un luogo all’altro, ma non resta che mettersi in poltrona e attendere il futuro.