Rimini – Nel mondo si producono sempre più videogiochi e allora ecco una nuova professione: il traduttore di videogame. Il master innovativo, nato dalla collaborazione tra le fondazioni Unicampus San Pellegrino (Fusp) di Rimini e Vigamus di Roma, si chiama Glos (Games localization school), l’acronimo internazionale con il quale è riconosciuta la nuova specializzazione lavorativa. Il primo corso si è svolto ad aprile del 2021, il secondo a ottobre dello stesso anno e l’ultimo è terminato alla fine di giugno. Ebbene, dei 75 partecipanti, quasi cinquanta lavorano già a pieno regime nelle varie aziende del settore.
“La Fusp opera da più di trent’anni con una posizione di vertice nazionale e internazionale nella traduzione letteraria, editoriale e mediazione linguistica – spiega il presidente Stefano Arduini –. Abbiamo quattro scuole con diplomi triennali a Rimini, Brindisi, Belluno, Vicenza, dove si studiano inglese, tedesco, francese, spagnolo, russo, cinese, arabo, giapponese, portoghese-brasiliano. Il nostro percorso educativo e l’alta formazione si legano sempre allo sbocco occupazionale. Al master di traduzione di fumetti e cartoon abbiamo aggiunto il primo (e per ora unico) master italiano dedicato alla traduzione dei videogiochi”.
A giocare su consolle, tablet, personal computer oppure smartphone sono 15,5 milioni di persone, il 35% della popolazione italiana compresa tra 6 e 64 anni. Ed è stato il gigante tech Microsoft a certificare le magnifiche sorti della game industry. A gennaio ha sborsato 68,7 miliardi di dollari per comprare Activision Blizzard, la terza società di gaming mondiale. Ma per fare crescere ancora il mercato e aumentare creazione e diffusione dei videogiochi servono delle nuove professionalità. A questa esigenza il master cerca di dare una risposta.
“Il corso è di 120 ore e seguiamo uno a uno tutti i partecipanti – aggiunge Francesca Noto, direttrice didattica Glos –. Insieme allo studio dell’universo culturale e simbolico dei videogiochi, lavoriamo con gli esperti delle aziende di settore. L’obiettivo è di spiegare che cos’è questo lavoro, iniziare a farlo e terminare il master sapendolo già fare. Il plus del master è il raccordo diretto con il mercato del lavoro. Sono competenze reali, spendibili da subito, che trovano nel project work della fine del corso il biglietto da visita che i nostri studenti presentano alle aziende. Non si tratta di tradurre in italiano testi o dialoghi, ma di entrare a tutto tondo in ciò che è un’opera interattiva e multimediale. Si parte dallo studio del gioco nel corso del tempo, dalla sua collocazione culturale e simbolica, per arrivare a doppiaggio, sottotitolazione e fino alle aree del marketing: trailer, interviste, making of, documentari, comunicati stampa, news e anteprime”.
“Nonostante i drammatici problemi degli ultimi tre anni, il mondo corre veloce – conclude il presidente Arduini –. Le opere multimediali saranno le prime a fare entrare nella vita di tutti giorni la nuova rivoluzione tecnologica. Ma il nostro obiettivo non è soltanto di stare al passo con ciò che arriverà domani o di insegnare le competenze tecniche per farlo. Vogliamo offrire una preparazione culturale, una visione di sé e della realtà, che metta gli studenti nella condizione di comprendere e di governare da protagonisti questi processi”.