Ravenna – Rivoluzionare i pit stop della Formula 1, passando dagli attuali avvitatori ad aria compressa alle ultra tecnologiche pistole elettriche. Un piccolo gioiello tecnologico ‘made in Reggio’ grazie all’intuizione dell’azienda Paoli, fornitore unico per tutti i 10 team della massima competizione automobilistica degli avvitatori per i fondamentali cambi gomme durante le gare.
La ditta di Pieve Modolena – 7 milioni di fatturato e 40 dipendenti – è stata fondata da Dino Paoli; la gestione attuale dopo la scomparsa del presidente è passata alla figlia Francesca, ma all’interno del Cda c’è anche Federico Galloni, il direttore commerciale dell’azienda che ha illustrato il nuovo gioiello tecnologico. Perché in Formula 1 – la massima espressione della tecnologia per auto – rimanere fermi non è concepibile.
Ecco allora che l’innovazione per i pit stop passa dalle ‘E-Gun’, ovvero avvitatori elettrici senza fili che cambieranno per sempre la Formula 1 stessa. “Il ragionamento fatto con la Federazione Internazionale è di ridurre i costi – ha ribadito Galloni durante un’intervista al Carlino -. Le attuali pistole ad aria compressa prevedono una imponente struttura per funzionare e di conseguenza alti costi per trasportarle su 23 gare annuali in tutti i continenti. Per quelle elettriche banalmente serve la sola batteria”.
Il ragionamento alla base è molto semplice. Ben più difficile però è metterlo in pratica. Come ha ribadito Galloni, le pistole ad aria compressa agiscono a una pressione di 25-30 bar per svitare i dadi roventi durante le gare; soglia che l’elettrico, con l’attuale tecnologia, non riesce ancora a raggiungere. Ecco perché la sperimentazione già in atto nelle serie minori (Formula 2) servono come palestra di allenamento in vista della Formula 1, dove la grande rivoluzione dei pit stop dovrebbe arrivare fra 2-3 anni.
“Dobbiamo continuare a spingere sull’innovazione – il diktat di Galloni – anche con l’obiettivo di ottenere un contratto come fornitori unici di avvitatori, nonostante nella pratica lo siamo già. Ma in un libero mercato nulla vieta a qualsiasi competitor di arrivare e proporre un prodotto migliore. Al momento i nostri altissimi standard hanno sempre soddisfatto i team, però è importante proseguire nello sviluppo tecnologico”.
Peraltro la Formula 1 (e le serie minori) rappresenta la vetrina principale, ma non l’unica. L’azienda di via Dorso infatti fornisce le pistole per i pit stop anche alla mitica ‘24 Ore di Le Mans’, nei campionati GT e non da meno nel panorama americano attraverso Nascar ed Indycar. “In contesti simili devi essere perfetto – chiosa Galloni -. Non esistono i concetti di ‘credo’ o ‘direi’; gli ingegneri vogliono solo militari gradi di certezza. Da una parte è faticoso, ma dall’altra rappresenta un enorme orgoglio. Motivo per cui vogliamo continuare a investire”.