Forlì – Il cibo non è mai solo nutrimento: è anche socialità, salute, sostenibilità, innovazione e – perché no? – volàno per il turismo. Nel forlivese sono numerose le iniziative, nate nei contesti più diversi, a fare perno proprio sull’enogastronomia con tutte le sue possibili ricadute positive sul territorio.
Sono queste, e molte altre, ad esempio, le speranze che animano il progetto ‘Casa Romagna, il nuovo polo gastronomico che prenderà vita a palazzo Talenti Framonti, in quella che fu la sede di Eataly. Le luci dovrebbero essere accese entro Natale: a confermarlo è stato Maurizio Gardini, presidente della Fondazione Carisp, proprietaria dell’immobile. Il progetto è noto da tempo: ci sarà un ampio dehor con bar, pasticceria, birreria e mercato contadino al piano terra, dove verrà sfruttato anche il cortile interno per eventi culturali. Ai piani superiori ci sarà il ‘food court’, ovvero l’area di vendita dei prodotti gastronomici di eccellenza del territorio.
Salendo ancora, ecco che si troverà il ristorante (prima metà del 2023), ma non solo: saranno attivi anche corsi di cucina promossi da Casa Artusi e un’area per gli studenti universitari. L’obiettivo è quello di concentrare nei tre piani del palazzo tre vocazioni diverse, ma complementari, tenute insieme dal filo conduttore dell’enogastronomia: cultura, vendita e promozione del territorio.
La Fondazione Cassa dei Risparmi non investe sul cibo solo per quanto riguarda il centro storico: l’ente, infatti, ha scelto di investire sul gastronomo per eccellenza, ovvero il forlimpopolese Pellegrino Artusi. È proprio la Fondazione, del resto, ad aver fondato Casa Artusi insieme al Comune di Forlimpopoli. È nata in giugno ‘smArt’ (acronimo di Società Marketing Artusiana), la società di servizi di Casa Artusi. Il suo scopo è quello di promuovere marchi riconducibili all’autore del celebre manuale.
Spetterà a lei, insomma, decidere se impreziosire con l’apposito marchio prodotti che, immessi sul mercato, beneficerebbero del logo come garanzia di qualità e autenticità. La Fondazione investirà 500mila euro nella nuova società che, in questi mesi, si è occupata di individuare i marchi. “Il pensiero strategico che sta dietro smArt – ha spiegato il presidente Maurizio Gardini – è quello di guardare lontano, con l’ambizione di non chiudersi a Forlimpopoli, ma di portare il nome di Pellegrino Artusi nel mondo vendendo, al contempo, il nostro territorio e i nostri prodotti. Si tratta di un’iniziativa di rilievo per dare gambe al grande lavoro svolto da Casa Artusi in tutti questi anni”.
A proposito di marchi: lo scorso 19 settembre, a Rocca delle Caminate, si è festeggiata la nascita di un nuovo simbolo (una stella-corona, tratta dal mosaico del cielo stellato del mausoleo di Galla Placidia a Ravenna) che riunisce le varietà di Sangiovese di 16 sottozone ‘Rocche di Romagna’. D’ora in poi il nuovo marchio collettivo europeo che identifica i ‘Romagna Sangiovese’ riunirà tutti i prodotti e i produttori delle 16 sottozone: Serra, Brisighella, Marzeno, Modigliana, Oriolo, Castrocaro, Predappio, Meldola, Bertinoro, Cesena, Mercato Saraceno, Longiano, Imola, Coriano, San Clemente e Verucchio.
Non è l’unica nuova in fatto di cibo: l’11ª edizione della manifestazione internazionale di cucina ‘Chef sotto il Portico’ che ha luogo ogni estate a Portico si è conclusa, lo scorso luglio, con una novità per il futuro: nel paese prenderà vita una scuola di cucina moderna, in cui la tradizione italiana incontrerà quella di altri Paesi. I registi saranno i titolari del ristorante ‘Il vecchio convento’, Matteo e Max Cameli insieme ai genitori Gianni e Marisa Raggi. Il progetto sarà in collaborazione con il gruppo Fagor per le cucine Ristocontract di Rimini.
Del resto, se parliamo di cibo innovativo, l’entroterra forlivese è una vera miniera: nelle colline di Predappio, ad esempio, sorge il ranch ‘Beeferent’, guidato dall’ex showgirl Natalia Estrada e dal compagno Andrea Mischianti: qui i bovini pascolano allo stato brado e sono nutriti esclusivamente con erba di pascolo. Il benessere animale – al netto dell’obiettivo alimentare finale – è al centro del progetto: un modo allo stesso tempo nuovo e molto antico per ripensare l’allevamento. Parallelamente, in val Bidente, prende corpo il ‘Distretto bio simbiotico’ dopo che è stato siglato il protocollo d’intesa tra i Comuni di Meldola, Civitella, Galeata, Santa Sofia e Premilcuore. Lo scopo è l’estensione delle produzioni agricole bio simbiotiche, la difesa della biodiversità microbica del suolo e la salute attraverso la sana alimentazione.
Sulla stessa linea anche il corso promosso da Confcommercio Forlì e Cesena per formare figure di tecnici esperti nella valorizzazione di prodotti tipici attraverso la cucina circolare: grazie alle lezioni frontali, insomma, i futuri chef impareranno come preparare piatti della tradizione riducendo al minimo gli sprechi, perché la cucina di domani non può prescindere dal rispetto per le materie prime e per l’ambiente.