Inveruno (Città Metropolitana di Milano) – Recuperare un’area degradata e ridarle una elevata valenza ambientale si può. Un esempio è l’area di corso Italia dove, prima della posa dei collettori fognari del Consorzio Idraulico del Magentino, spagliavano le fognature di Inveruno.
Fognature in cui finivano non solo le acque domestiche ma anche le acque industriali, quelle dell’oleificio e di tutte le altre aziende chimiche e metallurgiche del paese. Passando sulla provinciale si sentiva per un lungo tratto una puzza poco gradevole. Per anni quell’area è rimasta abbandonata. La svolta nel 2008 quando il Comune ha acquistato l’area (45 mila metri quadrati) con un obiettivo preciso, quello di bonificarla per farne un parco urbano.
Inizialmente i tre laghetti esistenti furono assegnati ai pescatori che ci fecero un’oasi. Poi ci fu l’opera di bonifica vera a e propria, con l’asportazione dei fondali dei laghetti intrisi di sostanze inquinanti. L’ultimo passo è recentissimo. Conclusa la bonifica nel 2019, l’anno successivo l’area è stata ripiantumata a costo zero per le casse comunali, con la posa di 1045 piante, tra alberi di alto fusto e arbusti. Le essenze arboree si sono ottenute grazie ad una norma sulla compensazione forestale, che obbliga chi realizza nuove costruzioni in aree verdi a ripiantumare superfici tre volte più ampie, anche in Comuni diversi da dove effettua il disboscamento.
E così, in questa area (il bosco Cantoni) e in altre a nord dell’abitato – il bosco dei Galletti, con 5.600 piante messe a dimora ormai da anni, e un appezzamento di via Modigliani pensato per creare una separazione tra la zona industriale e quella residenziale –, il comune di Inveruno è riuscito a perseguire l’obiettivo di avere più di un albero per ogni cittadino residente. Un traguardo che ben pochi Comuni dell’area metropolitana milanese possono vantare. E non solo. Chi ha piantumato queste aree ha l’obbligo di prendersi cura delle piante e delle aree verdi per un periodo di cinque anni. Quindi senza oneri aggiunti per le casse pubbliche.
Suolo agricolo: consumo zero
Azzerare il consumo di suolo. Qui lo fanno per davvero, e sono i primi in Lombardia. Con una decisione coraggiosa, da prendere a modello, l’amministrazione guidata dal sindaco Sara Bettinelli ha modificato le previsioni del Pgt adottato nel 2012 che prevedeva uno sviluppo dell’abitato consumando 100mila metri quadrati di suolo agricolo. La variante di Piano ha annullato tutta l’espansione prevista. «Con le unità immobiliari inutilizzate e le aree del piano regolatore vigenti prima del 2012 possiamo già ora soddisfare una nuova domanda abitativa pari a 10 volte l’aumento demografico previsto, ma non verificatosi, nel quinquennio senza consumare un altro metro quadrato di suolo agricolo» si legge nella relazione.