Brescia – Per i non addetti ai lavori resta un mondo affascinante seppur apparentemente lontano, mentre per gli operatori rappresenta un mercato dalle grandi potenzialità. Di certo ci sono i numeri, molto positivi per l’economia dello spazio: secondo Space Foundation, gli investimenti sono aumentati del 50% tra i 2010 ed il 2020, arrivando quasi a 450 miliardi di euro, tra privati e agenzie governative.
Lo sa bene Guido Parissenti, ingegnere co-fondatore e Ceo di Apogeo Space, PMI italiana innovativa focalizzata su attività di R&S nel settore spaziale nata a Brescia nel 2015 (per il Financial Times, una tra le 17 aziende europee più interessanti per gli investitori). Suo il progetto di realizzare la prima costellazione italiana di nanosatelliti, che sarà operativa da metà 2023, per fornire connettività globale per dispositivi dell’Internet of Things: un ambito in cui sono solo una decina le aziende attive a livello globale.
«Siamo in fase di sviluppo – assicura Parissenti -. Abbiamo dovuto fare un upgrade rispetto a quelli lanciati in passato, ottimizzandoli per le telecomunicazioni». Le vicende terrestri impattano anche sullo spazio.
«Come tutti coloro che operano in ambito tecnologico, abbiamo avuto problemi di reperibilità dei componenti elettronici. Non sappiamo quando terminerà questo crunch, per cui abbiamo acquistato in anticipo componenti che serviranno per decine di satelliti».
Già raddoppiate le assunzioni, rispetto a maggio: per il 2023 si prevede un ulteriore raddoppio, arrivando a quota 25 dipendenti. L’appuntamento da non mancare è il primo lancio a maggio-giugno 2023, anche se la data dipende dai lanciatori: per il primo satellite l’attesa fu di 3 anni, ma in quel caso la società non aveva fretta. Ora è diverso, perché c’è un piano anche economico da rispettare, ma, rispetto al 2017, l’evoluzione del mercato, trainata da SpaceX di Elon Musk, facilita il reperimento di lanciatori.
«Anche se, in questo momento storico mancano tutti i vettori russi». Stati Uniti e Cina la fanno ancora da padrone quando si parla di accesso allo spazio, sebbene il mercato lanciatori cinese non sia considerato accessibile dalle aziende europee per la difficoltà di aver le autorizzazioni e per i limiti sulla sicurezza in termini di protezione delle proprie tecnologie. Anche l’Europa (e l’Italia) ha accelerato gli investimenti per colmare il gap nell’accesso allo spazio.
Gli investimenti sono necessari, del resto, per creare un ecosistema in cui si possono sviluppare le iniziative private, come quella di Apogeo Space, che si stanno facendo strada a livello internazionale (nonostante l’Italia non sia la Silicon Valley). Segnale positivo è la partnership con D-Orbit, azienda di logistica e trasporto orbitale di Fino Mornasco (Como). «Con questa partnership – conclude Parissenti – stiamo rafforzando una filiera spaziale tutta italiana, ad ulteriore dimostrazione della grande competitività del nostro Paese».
Thales punta i radar sugli Stati Uniti
Con un team giovane «Alla conquista del mercato», dopo aver raddoppiato lo stabilimento e inglobato la sede tedesca di Ditzigen. Thales a Gorgonzola parte già da una posizione “premium”, il 70% dei sistemi di volo utilizzati in tutto il mondo vengono fornito proprio dal sito del Milanese sul quale il gruppo ha investito 50 milioni di euro, per cambiare faccia a uffici e laboratori e assumere 122 giovani in aggiunta ai 110 dipendenti già presenti.
Sono stati rafforzati tutti gli ambiti, 46 nuovi arrivati sono ingegneri, under 35 e specializzati in Sistemi, Hardware e Software, e nuove professionalità come Scrum Master, mediatore per team agili, e Cybersecurity, ma ci sono anche 30 manager Bids and Projects. Gorgonzola è una fabbrica melting pot, in tre anni le nazionalità al lavoro gomito a gomito sono passate da 2 a 13. Anche le quote rosa hanno fatto un balzo in avanti: dal 15% del 2019 al 26 attuale. Prossima scommessa, dice l’ad Donato Amoroso, il maxi appalto Oltreoceano per la fornitura di radar in tutti gli aeroporti degli Stati Uniti». Bar.Cal.