Brescia – Duemila metri quadrati nel campus universitario per sviluppare l’ospedale del futuro. Parte a Brescia il progetto LIGHT, acronimo di Lifescience Innovation Good Healthcare Technology, coordinato dall’Università di Brescia, con Antares Vision Group, multinazionale italiana con sede a Travagliato (Brescia) leader nella tracciabilità e nel controllo qualità di prodotti e filiere e con Dompè farmaceutici spa, azienda italiana leader nel settore biofarmaceutico. L’obiettivo è di realizzare un’infrastruttura tecnologica nei settori delle scienze della vita e dell’intelligenza artificiale.
«Il progetto avrà importanti ricadute sulle conoscenze per la transizione digitale nel mondo delle aziende sanitarie», afferma il rettore Maurizio Tira. Il progetto, che ha già raccolto 19,5 milioni di fondi (con un contributo anche di Next Generation EU) andrà a sviluppare tecnologie sanitarie con tre obiettivi. Il primo (AI and Big Data Main Hub) comporta l’analisi su larga scala, immagazzinamento e costruzione di piattaforme per la condivisione dei dati raccolti, costruzione e aggiornamento di siti web.
Secondo obiettivo è lo sviluppo di un ospedale smart (Digital Health Care Hub) con stanze e letti georeferenziati dotati di sensori e sistemi di comunicazione per un monitoraggio continuo, sviluppo di tecnologie digitali della telemedicina e per un miglioramento del controllo a distanza del paziente, realizzazione di soluzioni di tracciatura del farmaco volti alla protezione della qualità e integrità del medicinale stesso, e alla riduzione di errori di somministrazione o contraffazioni.
Terzo: AI Biopharma Hub, ovvero lo sviluppo di una struttura completamente integrata basata su intelligenza artificiale in grado di progettare, sintetizzare e definire l’attività di nuovi farmaci e biofarmaci, partendo dalla piattaforma Exscalate di Dompè farmaceutici. Tecnologia al servizio dello sviluppo sostenibile: LIGHT pone un focus in linea con l’obiettivo 3 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, legato a salute e benessere, con l’obiettivo 5 sulla parità di genere (tutti gli organi di governo dell’infrastruttura saranno progettati nel rispetto dei principi di parità di genere), e punta a raggiungere l’obiettivo 9, poiché ha come scopo progettare un’infrastruttura in cui pubblico e privato dialoghino per aumentare i punti di contatto e incontro tra ricerca di base e ricerca industriale, costituire nuove imprese innovative e rinnovare i curricula per la formazione di nuove figure professionali in campo medico.
«Le infrastrutture tecnologiche dell’innovazione – conclude Marina Pizzi, prorettrice alla ricerca di UniBs – rappresentano iniziative cardinali per la ricerca italiana, con grandi ricadute per tutto il sistema nazionale della ricerca e del suo trasferimento tecnologico verso prodotti utili ai cittadini».