Macerata – “Interno Marche Design Hotel, del quale curo la comunicazione come chief development officier di Moschini spa, è un progetto nato per volere dell’imprenditore e mecenate Franco Moschini, protagonista nel mondo del design made in Italy da sessant’anni e da sempre vicino all’alto Maceratese”.
A parlare è Carlo De Mattia. “Al centro del progetto c’è la novecentesca Villa Gabrielli, a Tolentino – continua De Mattia –, sede storica dell’omonimo marchio appartenente all’heritage della manifattura italiana. Qui sono nate molte vicende personali e imprenditoriali di Moschini e la cultura del “saper fare” ha fatto sì che il design prendesse forma, diventando una serie di prodotti conosciuti in tutto il mondo.
Moschini, dopo avere recuperato il teatro Politeama, ha pensato “Interno Marche” come a un riferimento per l’evoluzione del territorio nella direzione da lui stesso sempre perseguita, quella del ‘bello, buono e ben fatto’”. Ecco il cantiere sostenibile. Chi lo desidera può anche seguire l’evoluzione del progetto sul sito www.internomarche.it, nonché su Facebook ed Instagram.
De Mattia, perché quello di Interno Marche Design Hotel è un cantiere sostenibile e rappresenta un unicum?
“Siamo convinti che oggi i problemi e le opportunità vanno sempre considerati rispetto alle risorse che questi impiegano. Ecco perché abbiamo deciso di conseguire la doppia certificazione Gbc Historic Building e Leed per Interno Marche, a oggi unico caso non soltanto in Italia ma nel mondo, cogliendo così la sfida della sostenibilità, che oggi non possiamo permetterci di perdere. Seguiamo quindi dei criteri di progettazione e di realizzazione per la salubrità, l’efficienza energetica e poi l’impatto ambientale contenuto”.
Quale messaggio racchiude il nome?
“Ognuna delle trenta camere e suite dell’hotel sarà dedicata a designer internazionali e movimenti artistici che hanno avuto a che fare con le aziende di Franco Moschini. E Villa Gabrielli costituisce la straordinaria cornice di questa unicità, sospesa tra l’accoglienza e il racconto. Questo si traduce nel nome, che indica, da una parte, la vocazione del progetto legato all’interior design e, dall’altra, il suo essere poi un luogo rappresentativo nel cuore dell’alto Maceratese”.
Veniamo allo stato dell’arte: a che punto sono i lavori? Sono stati rallentati dal terremoto e e dalla pandemia da Covid e quando termineranno?
“Siamo giunti alla fine dei lavori strutturali e stiamo iniziando le finiture degli interni. In questo senso, visto il tema stesso del progetto, procediamo con una grande cura e molta attenzione. Più che al terremoto e alla pandemia portata dal Covid, subiamo dei rallentamenti dovuti all’attuale congiuntura internazionale, che è critica per alcune importanti forniture. Inoltre, come ha recentemente sottolineato anche il commissario straordinario per la ricostruzione, Giovanni Legnini, pure il nostro cantiere subisce l’ulteriore complicazione dettata dal caro dei prezzi dei materiali edili. Al momento, il termine dei lavori è previsto entro la fine del 2023”.
Quante persone lavorano nel cantiere?
“Calcolare l’effort necessario al progetto (il complesso dei singoli contributi portati), vista la sua complessità, è molto difficile. Possiamo dire che alla fine la community che avrà messo testa e mano a Interno Marche supererà le tremila persone. Si tratta di una sfida ricca e complessa, che coinvolge più di cinquanta tra tecnici e progettisti, trenta imprese e più di cento tra fornitori e consulenti. Una media di circa venti persone lavora quotidianamente nel cantiere”.
Perché l’investimento potrà garantire una sostenibilità futura?
“Non è corretto parlare di investimento, poiché la finalità primaria del progetto è la ricaduta, diretta e indiretta, sull’alto Maceratese in termini di visibilità, di turismo e di possibilità, anche sul piano occupazionale. Il territorio è parte integrante di Interno Marche come “giacimento” dal quale portare alla luce le competenze e le opportunità; un “hub” ancorato saldamente al suo territorio. Pur con una grande attenzione ai costi, non abbiamo mai considerato un mero ritorno economico, quanto piuttosto una vera e propria valutazione di impatto sociale. Moschini spa ha deciso infatti di sostenere la rinascita di questo luogo straordinario, dopo avere valutato diverse opzioni. Abbiamo visto nell’accoglienza un importante elemento in comune tra le necessità locali e la storia imprenditoriale di Franco Moschini, che è fortemente vocata al design. Del resto, manca una struttura ricettiva in grado di porsi come riferimento per il territorio dell’alto Maceratese. Ecco perché la destinazione d’uso di hotel è stata individuata come la più adeguata per rendere di nuovo fruibile Villa Gabrielli e per raggiungere i reali obiettivi di questo progetto”.