Pesaro – Un calice di vino, pieno anche di storia. Perché l’associazione “I vignaioli d’autore” che raggruppa nove produttori per circa 40 etichette di Bianchello del Metauro, scomoda Tacito per dire che le truppe di Asdrubale persero la battaglia del Metauro contro i romani perché inebriate dal vino che ha il suo cuore e la sua produzione in questa provincia.
Una storia antica, quella del Bianchello, ma anche recente perché è da appena 50 anni che ha ottenuto il riconoscimento di vino doc. E adesso le vigne e i produttori lanciano attraverso “I vignaioli d’autore” una campagna che si chiama “Le vie del Bianchello del Metauro doc” che si lega alle eccellenze e alle bellezze del territorio per favorire il turismo attraverso gite in bici, spuntini e pic nic nel nostro entroterra e tra quelle colline – tanto per rimanere in tema cultura – che sono state dipinte da Raffaello e Piero della Francesca.
“Una zona che non conoscevamo, qui avete un grande patrimonio, avete l’oro”, ha detto qualche giorno fa un gruppo di milanesi in visita proprio ad una delle cantine di questo raggruppamento di prodottori di Bianchello. Ma chi sono i produttori che si sono uniti in questo progetto? Le cantine sono quelle di Bruscia, Cignano, Claudio Morelli, Il conventino di Monteciccardo, Di Sante, Fiorini, Cesare Mariotti, Terracruda e Fattoria villa Ligi, per cui si risale tutta la vallata del Metuaro fino ad arrivare alle pendici degli Appennini.
“Sa qual è il problema – dice Tommaso Di Sante, portavoce del gruppo –? Che con questa associazione noi non promuoviamo solamente il Bianchello, ma stiamo anche diventando un tour operator i cui benefici vanno a favore di tutto il territorio. Sono arrivati dei milanesi che sono rimasti entuasiasti non solo per l’ambiente, per il vino, ma anche perché rappresentiamo un patrimonio non conosciuto. Stessa cosa per i turisti americani che hanno detto che il Bianchello è un vino ’smart’ e che andrebbe molto bene anche negli Stati Uniti.
Direi che il nostro gruppo ’I vignaioli d’autore’ sta avendo un forte successo e sta facendo scoprire questo vitigno che fino a qualche anno fa era poco conosciuto ai più. Soprattutto è un vino che è abbinabile con tanti piatti. Quale il riscontro? Presto detto: ci stanno iniziando a conoscere anche nelle grandi città e cioè Milano così come Bologna e Roma. Prima l’unico vino marchigiano che conoscevano era il Verdicchio, ora sanno che c’è anche il Bianchello del Metauro che è molto trasversale. E questo fattore ha avuto un discreto impatto sulla pruduzione perché i volumi sono aumentati”.
Un gruppo chiuso quello dei Vignaioli d’autore? Domanda lecita, perché le etichette sono circa una ventina in tutta la provincia. Di Sante risponde: “Non è assolutamente un gruppo chiuso e da parte nostra le porte sono sempre aperte a chi vuole condividere questo progetto”. Ma la cosa bella di questa iniziativa è un’altra. “Promuovere questo vino attraverso la rete ha aiutato molto l’immagine del Bianchello e per queste ragioni quando parlo di Vignaioli d’autore parlo di un tour operator, perché è stata una promozione anche per tutto il territorio provinciale”.
Uno degli aspetti che sta caretterizzando l’espansione del Bianchello a livello nazionale e internazionale è il fatto che il prodotto si sta diversificando per cui oltre al vino base, c’è il superiore, il passito ed anche le bollicine “e questo ha ampliato di molto la nostra platea dei clienti perché così andiamo incontro un po’ a tutti i gusti”.
Le cifre del Bianchello sono queste: la superficie coltivata è in tutta la provincia di 209 ettari. I produttori nel totale sono 66 viticoltori e 21 vinificatori. Nel corso del 2021 il Bianchello ha chiuso con una produzione totale di un milione di litri con un incremento rispetto all’anno precedente del 20 per cento.