Pesaro – Da cosa si misura il grado di civiltà di una società contemporanea? Dall’efficacia nel gestire i propri rifiuti. Ne è convinta l’Unione Europea che dell’economia circolare ha fatto un baluardo di sostenibilità ambientale, così, ne è convinta la città di Pesaro. I pesaresi, da tempo impegnati nella raccolta differenziata porta a porta, hanno chiesto al Comune di fare un passo indietro – tornare alla raccolta di prossimità, cioé poter tornare al conferimento dei rifiuti in isole ecologiche – per eliminare il degrado della consegna serale dei sacchetti, vera bruttura per l’occhio e il naso di tutti, turisti compresi.
Ma attenzione: se tutto andrà come dovrebbe andare, il passo indietro potrebbe catapultare la città amata da Gioachino Rossini, nel futuro. Come? Grazie ai cassonetti impiegati per la raccolta di prossimità. Di che si tratta? L’innovazione è tutta nell’aver scelto “cassonetti intelligenti“, cioè informatizzati. Su ogni cassonetto, infatti, c’è un display elettronico. Novecento utenti, intestatari del bollettino Tari, dal 24 ottobre, data di debutto della “controrivoluzione verde“, sono diventati possessori di una tessera, cosiddetta Smeraldo.
Chi delle 900 famiglie toccate dalla sperimentazione avviata in città – prontamente ribattezzata “Pesaro, ritorno al futuro“ – ogni volta che deve buttare un tipo di rifiuto – le sezioni sono 5 tra cui carta, plastica, vetro, indifferenziato e umido – mette la propria carta smeraldo sul display. Il lettore ne riconosce l’intestatario (lo stesso che paga la tari) e apre la botola del cassonetto, permettendo l’ingresso del rifiuto. Quindi oggi, display e tessera, servono solo ad aprire il cassonetto, ma in futuro, le Smeraldo che legano l’identità al conferimento, serviranno alla tariffa puntuale.
Questa, una volta assorbiti gli investimenti fatti, potrebbe portare un rispermio nelle tasche del contribuente pesarese. «Meno rifiuti (indifferenziati) produci, meno paghi» è il principio della tariffa puntuale, la quale non si basa più sui metri quadrati dell’immobile e sul numero di occupanti, ma anche su quanti rifiuti indifferenziati sono prodotti da ciascuna utenza. Di certo, la tariffa puntuale, premiando chi differenzia al massimo, dovrebbe ridurre al minimo l’indifferenziata, promuovendo il recupero dei materiali. Con quest’orizzonte, quindi, Pesaro ha riportato i cassonetti in centro storico.
La prima a beneficiare della “controrivoluzione verde“ sarà la comunità, anche in termini di decoro urbano. Per quanto abbia fatto bene alla soglia di raccolta differenziata – nel 2021 Pesaro ha segnato il 68,7% di raccolta differenziata – il porta a porta ha generato degrado durante le ore del passeggio. Il ritorno alle isole ecologiche dopo anni di porta a porta in centro storico, si è reso necessario per eliminare il degrado procurato dall’esposizione, nelle ore del passeggio, di mucchi di sacchetti maleodoranti e non sempre integri, accatastati dagli utenti affinché fossero prelevati da Marche Multiserivizi, gestore del servizio.
Inoltre, i cassonetti selezionati per la sperimentazione sono “firmati“: sono stati studiati dal designer Giulio Iacchetti per integrarsi con gli edifici del centro storico, diventando elemento di arredo urbano. A Mantova, città patrimonio Unesco, hanno avuto un buon esito. I cassonetti poi hanno indossato, per la differenziazione dei materieli, i colori europei: scompare il rosso per il conferimento della carta e appare il blu. Anche il vetro, di conseguenza, non sarà più lo stesso: il cassonetto “internazionale“ vuole il colore verde per il vetro. Il secondo a beneficiare della “controrivoluzione verde“ sarà il cittadino che ci guadagna in comodità.
Il filare di cassonetti, ribattezzato lumacone, composto di cinque sezioni, è lungo 8 metri: l’utente più lontano abita a 170 metri. Inoltre, rispetto al passato, non ci sono vincoli di orario: l’utente è libero di conferire nell’orario che preferisce. La natura, tecnologicamente avanzata, dei cassonetti intelligenti dovrebbe anche prevenire il riempimento dei moduli. I nuovi cassonetti, infatti, hanno un sensore interno che avvisa la centrale, collegata in remoto, della necessità di svuotamento.
Bene, anche se non è oro tutto quello che luccica. Anche se i nuovi cassonetti sono all’avanguardia la raccolta di prossimità è tradizionale: a fare la differenza saranno l’utente e la sua capacità di smaltire le cinque frazioni, per garantire una migliore qualità del recuperabile. Da qui l’idea di motivare l’utenza con un premio in buoni spesa. Il premio. «Dal 1 dicembre inizierà il concorso – ha spiegato Franco Macor, ingegnere di Marche Multiservizi –. Nel sacchetto dell’indifferenziato l’utente potrà, volontariamente, applicare un adesivo che contiene un codice a barre, identificativo dell’utenza.
Gli verrà fornito un blocchetto. Ogni 15 giorni verrà fatta, a campione, l’estrazione tra i sacchetti dell’indifferenziata completi di adesivo. Tra questi verranno selezionati i 5 che hanno effettuato il migliore smaltimento. I premi saranno dei buoni da 30 euro per spese alimentari in negozi convenzionati all’iniziativa». Alleato del cittadino non sarà solo in concorso, ma anche un’app dedicata allo smaltimento dei rifiuti fatto ad arte. Si chiama il rifiutologo ed è un’applicazione che si può scaricare su Google play e su App Store.
Tramite lettore qr code, l’utente può identificare il tipo di rifiuto: l’applicativo, carico di un data base notevole, elabora la modalità di smaltimento. Per esempio? Il dubbio viene sul cartone delle pizze: non va nella carta, ma nell’indifferenziato. E così via. Unica nota dolente è la portata dell’investimento. Per mettere fine ad uno spettacolo indecoroso, Marche Multiservizi ha messo a terra 300mila euro di investimento: ha comprato intanto sei postazioni di ultima generazione ognuna delle quali prevede sei cassonetti “intelligenti“.
La fase di sperimentazione dovrebbe durare sei mesi: se i risultati dovessero essere all’altezza delle aspettative allora MMS acquisterà tutte le postazioni necessarie a coprire le altre zone della ztl in centro storico. A quel punto, per le previste 29 postazioni, l’investimento si potrebbe aggirare sul 1,2 milioni di euro.