Usare i ‘Big Data’ per organizzare servizi, proporre offerte culturali o pianificare cantieri stradali e lavori. Una nuova frontiera per aziende private e pubbliche amministrazioni, protagonista del secondo digital panel di maggio su ’L’innovazione tecnologica al servizio dei cittadini.
Come i big data possono trasformare il governo delle città’, appuntamento del ciclo ‘Qn Città Future’. A confrontarsi, moderati dalla direttrice delle testate di Quotidiano Nazionele Agnese Pini, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, l’assessora alle Smart City di Modena, Ludovica Carla Ferrari, Walter Vitali, coordinatore del gruppo di lavoro Goal 11 presso ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e Lorenzo Ferrante, project manager di Rekeep Digital, società del Gruppo Rekeep.
«Firenze ha il primato di città più digitale d’Italia, secondo l’indice ICityRank 2021, ed è anche prima tra le città metropolitane per pagamenti digitali nel Cashless Index 2022 di Ambrosetti – aveva affermato il sindaco Nardella –. Risultati raggiunti perché abbiamo investito in infrastrutture digitali, a partire dalla rete wifi. Parlare di ‘smart city’ significa puntare sulle infrastrutture materiali come l’illuminazione a led, la rete di controllo del traffico o quella semaforica. E non dobbiamo usare la parola ‘smart’ per la sola tecnologia, ma includendo concetti come cultura, creatività, giovani».
«Durante la pandemia abbiamo toccato con mano gli effetti della digitalizzazione – aveva commentato il presidente Giani – dato che le infrastrutture informatiche sono state essenziali per programmare vaccinazione e tamponi. Come Regione ci siamo dati l’obiettivo di sviluppare un percorso collaborativo su servizi digitali, innovazione e smart city. Raccogliere e dare un significato ai dati è una necessità per chi gestisce la cosa pubblica e la Toscana ha avviato per questo la piattaforma Smart Region e partecipa a progetti europei finanziati, come Teadal, Herit Data, Trafair».
Digitalizzazione e Big Data centrali anche a Modena che ha nell’automotive il suo core business. «Nella nostra città e in tutta l’Emilia-Romagna – aveva detto l’assessora modenese Ludovica Carla Ferrari – abbiamo investito da tempo in questo ambito e ora vediamo tutti l’importanza di una doppia rivoluzione, ecologica e digitale, portata avanti nel rispetto dei diritti di una società aperta e inclusiva. In questo senso è importantissimo aver creato un Centro europeo dei big data, una ‘data valley’, vero e proprio asset strategico».
Walter Vitali, coordinatore del gruppo di lavoro Goal 11 presso ASviS, aveva fatto il punto sui progetti portati avanti con le città metropolitane nell’uso dei dati. «Si tratta di costruire uno sviluppo multilivello – aveva spiegato – che coinvolga enti diversi portandoli a lavorare verso gli stessi obbiettivi e comunicando ai cittadini lo stato dell’arte e i traguardi raggiunti».
A chiusura del panel, Lorenzo Ferrante, project manager di Rekeep Digital – partner dell’evento – aveva illustrato il progetto Ippodamo. «Si tratta di una piattaforma in grado di supportare il processo decisionale degli amministratori pubblici, gestendo una grande quantità di dati diversi. Per esempio permette di capire il momento migliore per avviare un cantiere stradale, evitando che vada a interferire con altri eventi. Sono aspetti che paiono banali, ma di difficile gestione umana: controllarli significa avere un approccio nuovo al governo della città».