Cinque Terre – All’interno dell’area protetta del Parco Nazionale delle Cinque Terre si trova uno dei ‘tesori’ più preziosi della storia italiana ed europea: i muri a secco. Per noi che siamo abituati a vederli spesso durante le nostre passeggiate in montagna o in collina, possono sembrare qualcosa di banale ma non è così: si tratta infatti di un particolare tipo di muro costruito con blocchi di pietra opportunamente disposti e assemblati, senza uso di leganti o malte di alcun genere e che hanno pertanto bisogno di tecniche ed esperienza per essere realizzati.
Talmente particolare che nel 2018 il ‘muro a secco’ è stato inserito nel patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Per secoli gli uomini e le donne delle Cinque Terre hanno convissuto con un territorio fragile ed estremo. Intere generazioni si sono dedicate alla scomposizione e ricomposizione della montagna, alla ricerca dei rivi e delle sorgenti, di terra da coltivare. Il sistema a fasce terrazzate attraverso la tecnica dei muri a secco non è stato realizzato a danno della natura, bensì ne ha favorito la biodiversità, la creazione di micro habitat.
Qui i contadini custodiscono ancora oggi un sistema di valori materiali e immateriali e, tra questi, i muri a secco sono nuovamente protagonisti della salvaguardia del paesaggio, in particolare come presidio ed elemento di resilienza nella lotta ai cambiamenti climatici: attraverso il progetto StoneWallsForLife partito nel luglio del 2019 e finanziato nell’ambito del Programma Life, il Parco mira a recuperare e mantenere circa 6 ettari di terrazzamenti con muri a secco e le relative opere di regimazione idraulica nelle 5Terre, per migliorare la capacità di resistenza del territorio ai fenomeni meteorologici più estremi.