Oltre 190 miliardi di investimenti, circa 40mila assunzioni in dieci anni, elevata attenzione alla transizione ecologica, con nuove iniziative per valorizzare i propri asset installando impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per garantire la copertura almeno del 40% del fabbisogno energetico. Questi i principali numeri del Piano Industriale 2022-2031 del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, presentato dall’amministratore delegato Luigi Ferraris.
«Il Piano Industriale 2022-2031 – spiega Ferraris – intende imprimere un’accelerazione agli investimenti e, con una visione di lungo periodo, dare maggiore certezza all’esecuzione delle opere nei tempi previsti. Lavoriamo per rendere le nostre infrastrutture sempre più moderne, interconnesse e resilienti e i servizi di mobilità calibrati sulle diverse esigenze dei nostri clienti. Intendiamo promuovere un trasporto collettivo multimodale, e più sostenibile anche in ambito urbano, raddoppiare la quota di trasporto merci su ferrovia, contribuire alla transizione ecologica non solo rendendo più attrattivo l’uso del treno, il mezzo più ecologico per eccellenza, ma anche autoproducendo da fonti rinnovabili almeno il 40% del nostro consistente fabbisogno energetico. Il Piano prevede l’assunzione nel suo arco temporale di 40mila persone e vede proprio nelle persone il suo principale fattore abilitante, insieme all’innovazione, alla trasformazione digitale e alla connettività. Inizia per noi tutti un ‘Tempo Nuovo’ e sono certo che proprio le nostre persone, oggi come ieri, sapranno trasformare questo piano in realtà, mostrandosi all’altezza delle sfide che ci attendono».
La nuova strategia di lungo periodo ha imposto una profonda ridefinizione della governance e una nuova struttura organizzativa che mira a rafforzare le sinergie fra tutte le Società del Gruppo FS, organizzate in quattro Poli di business (Infrastrutture, Passeggeri, Logistica e Urbano), con obiettivi strategici che concorrono a realizzare un unico progetto: rendere la mobilità di persone e merci ancora più sostenibile, efficiente e integrata, rivitalizzando le città e i territori e sostenendo attività produttive e turismo. Fattori abilitanti saranno l’innovazione, la digitalizzazione, la connettività e la valorizzazione delle persone del Gruppo.
In tale scenario i nodi urbani sono destinati a diventare sempre di più il centro nevralgico dell’economia, oltre che dell’ecosistema della mobilità a livello locale. Di conseguenza è nelle città – oggi responsabili per il 40% dell’utilizzo di energia elettrica prodotta a livello globale e per il 70% delle emissioni di gas a effetto serra – che si gioca la partita della sostenibilità.
Nella nuova struttura organizzativa il Polo Urbano farà capo a FS Sistemi Urbani e prevede di valorizzare il potenziale di rigenerazione urbana del patrimonio immobiliare del Gruppo FS, attraverso soluzioni di intermodalità e di logistica di primo e ultimo miglio nelle aree cittadine, con un valore degli asset di circa 1,5 miliardi concentrati in circa 24 milioni di metri quadri di suolo in aree limitrofe a strade e ferrovie.
Il polo garantirà un presidio unitario e punterà a realizzare le infrastrutture necessarie a garantire spostamenti in ambito cittadino sempre più intermodali ed ecosostenibili, oltre che e a riqualificare i tessuti urbani attraverso nuove partnership e a svolgere un ruolo di primo piano nei “Piani urbani di mobilità sostenibile”. Del Polo fanno parte, oltre a FS Sistemi Urbani, anche le società Metropark, RFI e Anas per la parte immobiliare, e Gs Immobiliare.
Anche il Polo Passeggeri – grazie alla sinergia fra Trenitalia (capogruppo di settore), Busitalia e Ferrovie del Sud Est, le società del Gruppo FS Italiane che si occupano di trasporto di viaggiatori su ferro e gomma – contribuirà allo sviluppo delle città e delle aree urbane. Entro il 2031 il Polo investirà circa 15 miliardi per rendere strutturale l’offerta intermodale ferro/gomma e sviluppare il trasporto collettivo con l’obiettivo di favorire soluzioni integrate di mobilità.