Sprint digitale fiorentino. D’altronde – al netto degli acciacchi analogici dell’età – Firenze è pur sempre la patria del Rinascimento, il luogo dell’invenzione, Da Vinci docet, per antonomasia. Ecco così che il capoluogo toscano si trova, non per caso ma a conclusione di un percorso mirato, sul gradino più alto del podio tecnologico nazionale.
Sindaco Dario Nardella, una bella medaglia sul petto.
«Firenze ha sempre creduto nella diffusione del Wifi per garantire a tutti gratuitamente il diritto alla connessione nelle principali aree pubbliche della città. Siamo stati pionieri negli open data, che rappresentano veri e propri beni comuni utilizzabili per molti servizi di pubblica utilità che aiutano a vivere al meglio la città, come le app sviluppate dal Comune o come i contenuti online: ad esempio il verde pubblico, che è interamente mappato. Quest’anno, come indicatori per questa speciale classifica dell’innovazione nelle città, sono stati presi anche settori delle utilities – rifiuti e illuminazione pubblica – quali attori strategici per accompagnare la transizione digitale che ci vedrà ancor più impegnati nei prossimi anni con il Pnrr, e su cui Firenze si è messa subito al lavoro con un grande sforzo di energie e di risorse».
Servirà una cabina di regia all’altezza?
«Firenze Smart è il braccio operativo della Firenze del futuro, il nuovo soggetto pubblico metropolitano partecipato dal Comune. Oltre ai tradizionali servizi relativi agli impianti del Comune di Firenze tra cui la gestione dell’illuminazione pubblica, della rete semaforica, delle colonnine di ricarica dei mezzi elettrici, delle telecamere, della fibra ottica e dei pannelli a messaggio variabile, si occupa di vari servizi online rivolti ai cittadini. Abbiamo da poco rinnovato l’illuminazione pubblica in città con sistema a LED in 1.415 strade, piazze e giardini di tutti i quartieri: più di quarantamila apparecchi illuminanti di ultima generazione garantiscono una migliore qualità della luce e consentono un notevole risparmio energetico, argomento non secondario in questo momento di crisi internazionale».
La città ha un problema storico con la mobilità. Quanto può aiutarci la tecnologia?
«Un’altra grande sfida della nostra amministrazione è la “smart mobility”, con il sistema tramviario, lo scudo verde per abbattere traffico e inquinamento – per contribuire all’obiettivo di ridurre la CO2 del 50% entro il 2050 – e la Smart city control room che troverà sede nell’edificio accanto all’ex stazione Leopolda. È un’infrastruttura che porta con sé una visione di città nella quale i servizi pubblici e i dati da essi generati si integrano per erogare servizi più efficienti e fornire risposte più immediate alle criticità. È uno spazio operativo, cuore pulsante della Firenze Smart City, in cui saranno presenti tutti i soggetti coinvolti nella gestione dei principali servizi pubblici urbani e della mobilità. Al suo interno avrà sede anche la centrale operativa della Polizia Municipale».
Quali i tempi di questa trasformazione radicale?
«La Firenze del futuro è già partita, anche grazie al recupero di contenitori abbandonati. Un esempio: l’antico Granaio dell’abbondanza in piazza del Cestello, che è stato poi caserma ed è rimasto chiuso per trent’anni. Oggi è uno spazio multifunzionale situato nel cuore dello storico rione di San Frediano, un hub digitale, magazzino di idee imprenditoriali che ospita già 160 neolaureati e start up grazie all’investimento della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze. E’ bello pensare che questa città non si ferma mai, non si accontenta delle glorie e delle bellezze del passato ma è sempre pronta per nuove sfide».
Nell’antico granaio si cambia la storia
Il Granaio dell’Abbondanza, costruito nell’Oltrarno fiorentino nel 1695 dall’architetto Giovan Battista Foggini per il Granduca Cosimo III dei Medici e destinato a conservare il grano durante i periodi di carestia, da mesi è diventato uno dei più importanti hub dell’innovazione sul territorio nazionale. La Fondazione CR Firenze ha rilevato lo storico edificio in piazza del Cestello alcuni anni fa per 8,6 milioni di euro dalla Cassa depositi e prestiti e ne ha investiti 10 milioni per trasformarlo nella casa delle start up digitali a Firenze.