Firenze – Compleanno numero 10 per l’Autorità Idrica della Toscana ente pubblico, rappresentativo di tutti i comuni toscani, che ha tra i suoi compiti principali quello di organizzare e controllare l’attività di gestione del servizio idrico integrato.
In questi due lustri si sono formulate indicazioni di indirizzo e di controllo ai gestori del servizio idrico integrato, garanzie e spazio ai Comuni, diritti e benefici ai cittadini- utenti e, cosa più importante, si sono messe in cantiere e portate a termine alcune opere infrastrutturali importanti per tutti i territori. Per festeggiare i dieci anni l’Autorità ha organizzato una serie di eventi: obiettivo tracciare una sorta di bilancio visivo delle maggiori opere costruite in Toscana.
Per questo è stata pensata ad una esposizione fotografica artistica, in collaborazione con la Fondazione Studio Marangoni. Alcuni allievi della scuola lavoreranno nei loro corsi base anche sul tema dell’acqua, ma saranno tre fotografi professionisti italiani che metteranno in mostra – ognuno secondo le proprie peculiarità creative – le immagini degli impianti più funzionali e importanti di ogni provincia della regione. Per celebrare il decennale è previsto anche un convegno e un bando che finanzierà Ait con risorse proprie destinato ai Comuni per il restauro di opere idriche pubbliche.
«Tanti auguri – ha detto soddisfatto il governatore Eugenio Giani – e complimenti per il prezioso lavoro che l’Autorità idrica svolge a tutela di un bene unico come l’acqua che è una risorsa strategica vitale. La tutela, e la corretta gestione del sistema idrico, è parte è centrale nel quadro della transizione ecologica. La Toscana è sempre stata al passo coi tempi su questo tema e l’istituzione di Ait ha rappresentato a giusta ragione un modello nazionale di efficienza e oggi sono 10 anni di opere infrastrutturali vitali per tutti noi. L’auspicio è di fare, anche grazie ai fondi del Pnrr, molto di più».
«Il compleanno che oggi giustamente celebriamo – gli ha fatto eco l’assessore all’ambiente Monia Monni -, serve non solo a sottolineare l’importanza degli investimenti fondamentali fatti in questi ultimi 10 anni, ma anche a tracciare una rotta, a partire anche dai 180milioni di investimento che sono connessi ai fondi del Pnrr, per aumentare la qualità tecnica del servizio con particolare riferimento alla riduzione delle perdite, sui cui c’è un impegno importantissimo. Ait non solo coordinerà l’investimento di questi 180milioni ma ha avuto anche un ruolo fondamentale per poter accedere a queste risorse. La sfida è complessa perché ci sono i cambiamenti climatici, le trasformazioni sociali in corso e certamente anche il servizio idrico dovrà misurarsi con queste grandi sfide. Ma lo fa partendo da una storia solida e con il passo giusto».
Monni ha poi ripercorso la storia, anche quella precedente a questi 10 anni di Ait, proprio per sottolineare il primato della Toscana nello stare al passo coi tempi della riforma dei servizi idrici introdotta dalla legge Galli del 1994 e ad istituire fra le prime in Italia i primi 6 Ato (ambiti territoriali ottimali). Il passo successivo è stato quello dell’accorpamento, quello di creare un’autorità unica per tutto il territorio regionale, per essere più efficaci ed efficienti. E’ così che nel 2011è nata l’Ait, l’Authority regionale, uno dei primi modelli di Ato unico.
«La legge 69 con cui fu istituita l’Autorità idrica toscana – ha spiegato la Monni – ha rappresentato un modello a livello nazionale che ci è stato riconosciuto dal ministero e che è servito anche ad altre regioni che poi ne hanno preso spunto in maniera anche evidente. L’ Ato unico toscano rispetto al modello precedente suddiviso in sei autorità di ambito, ha rappresentato davvero un miglioramento netto. In termini di efficacia c’è il beneficio di un unico ente che controlla più gestori, con conseguente riduzione dei tempi necessari per la realizzazione delle opere e per l’espletamento dei compiti amministrativi. E poi, in termini di risparmio, è stata un’operazione davvero ben riuscita perché rispetto ad un costo che era di 5 milioni e 200mila euro siamo passati al modello attuale il cui costo di gestione è di circa 4 milioni».
Monni ha sottolineato il ruolo decisivo dell’autorità nel sottoporre i gestori a un controllo stringente, ad un monitoraggio importante e a conferma di questo l’assessora ha sottolineato “l’autorevolezza della relazione annuale sullo stato dei servizi idrici che viene predisposta dal direttore Mazzei diventata – ha aggiunto – un elemento di analisi e di conoscenza del servizio idrico integrato utilizzata da tutti gli stakeholder del settore».