Montelupo Fiorentino (Città metropolitana di Firenze)– Si scrive Flowerdown, si legge sostenibilità. L’effetto lockdown ha fatto letteralmente esplodere la produzione di questo tessuto realizzato con materiali vegetali; da qualche chilo si è passati a diverse tonnellate per l’alternativa alla piuma d’oca che imbottisce senza nuocere all’ambiente o agli animali.
Una piuma 2.0 in pratica, che ha origine da un mix di fiori tropicali. Un prodotto sostenibile perché vegetale, derivato da fonti rinnovabili, fiori che crescono spontaneamente. Ancora più fresca, invece, è la nuova fibra messa a punto grazie all’utilizzo di specie di piante e fiori selvatici mai utilizzate prima d’ora. Il nome in codice è «Flwrdwn mix» ed indica un processo ecologico al 100% adatto anche alle grandi produzioni. Il tutto, «sfornato» dalla Grado Zero, società di ricerca, consulenza e ‘prototipazione’ delle Pratella, a Montelupo Fiorentino.
I giovani cyber designer che ci lavorano trasferiscono all’uso quotidiano le ultime scoperte tecnologiche, sempre strizzando l’occhio all’ecosostenibilità. E quindi aiutano le aziende dei settori più disparati (dall’aeronautica all’arredamento fino all’abbigliamento sportivo) a realizzare prodotti altamente performanti con materiali smart. Intelligenti e poco impattanti. Dall’ortica alla pelle di fungo fino alle fibre di cipresso, i cosiddetti lifematerials oggi fanno grandi numeri.
Un risultato ottenuto da una squadra sempre meno montelupina e sempre multietnica. Il team è cresciuto, così come i progetti, sempre più tesi verso la ricerca di materiali rivoluzionari. E’ dell’estate scorsa infatti la notizia della fusione con il gruppo Pangaia: un brand di abbigliamento casual con il quartier generale a Londra e divisioni sparse in tutto il mondo. Fondato dall’influencer Miroslava Duma, imprenditrice digitale nel campo della moda internazionale, Pangaia ha una visione focalizzata sull’economia verde. La sua strada si è incrociata con quella dei giovani ingegneri delle Pratella, nel segno della sperimentazione e della ricerca continua. Ed è così che il polo specializzato sta muovendo i primi passi proprio a Montelupo Fiorentino sotto il nome di Pangaia Grado Zero.
«A maggio – anticipa Filippo Pagliai, co-founder e innovation manager Grado Zero – apriremo uno show room nuovo. Un edificio nell’area industriale montelupina dove creare un luogo di incontro con le aziende e tenere corsi sull’uso dei nuovi materiali brevettati». Il tessuto del futuro, insomma, nasce nel nostro distretto, piace ai big del lusso e presto si aprirà anche al mondo della casa. Tra le novità del 2022, il lancio di una versione nuova di «tessuto non tessuto» Flowerdown le cui applicazioni saranno tante anche in arredamento. «Tutto il processo produttivo è sostenibile – sottolinea Pagliai – Non usando acqua, e pochissima corrente, l’esperienza è praticamente unica e al 100% italiana, dall’idea alle macchine«.
Il potenziale di crescita del gruppo è stimato in mezzo miliardo e la scelta di restare sul territorio invece di volare oltreoceano non è stata casuale. Montelupo resterà capoluogo della fantascienza possibile. E’ qui che negli anni sono nate le invenzioni più disparate come la tuta speciale per i bambini affetti da Xeroderma Pigmentosum, rara malattia genetica che non permette loro l’esposizione al sole. Poi ci sono state le tute iper-tecnologiche destinate ai meccanici della scuderia McLaren di F1, realizzate in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea. E ancora, lo studio sulla realizzazione di un tessuto (anche in funzione antiproiettile) derivato dalla tela di ragno. Il vulcano continua a sprigionare idee rivoluzionarie.