Lucca – Superare la medicina delle evidenze? Si può. Lo ha dimostrato l’équipe cardiologica dell’ospedale «San Luca» di Lucca diretta dal dottor Francesco Bovenzi. La dimostrazione è racchiusa tutta in un numero: 104. Sono gli anni della signora Olga che alla veneranda età è stata sottoposta a un impianto di pacemaker.
«Si è trattato di un intervento eccezionale – spiega Bovenzi – effettuato con successo nella nostra struttura cardiologica su una paziente di 104 anni ricoverata in pericolo di vita con blocco completo del battito del cuore».
A eseguire l’intervento sull’ultracentenaria, è stato il dottor Davide Giorgi, responsabile del laboratorio di cardiostimolazione. «Negli ultimi venti anni – sottolinea il dottor Giorgi – abbiamo impiantato tre pacemaker in ultracentenari su circa 4mila trattamenti indispensabili nei processi degenerativi del sistema di conduzione dello stimolo elettrico; operare su una paziente di quell’età non è solo un record personale, ma una condizione professionale straordinaria che pone interrogativi umani e scientifici in un contesto di frontiera, perché supera la medicina delle evidenze».
Traspare anche, in questa particolare condizione di intervento, un aspetto umano toccante: «È stato emozionante affrontare qualcosa che faccio d’abitudine senza incertezze – spiega il cardiologo – sembrava che lavorassi in una condizione inusuale, come avessi accanto una bambina fragile da aiutare: momenti professionali singolari, che ho superato anche grazie a lei, ascoltando i suoi fantastici racconti».
Una donna di 104 anni con una storia particolare, che l’ha condotta fino ai giorni nostri, rispetto alla quale è rimasto assai colpito lo stesso direttore della Cardiologia Francesco Bovenzi: «La signora Olga – racconta Bovenzi – è una nonna che ha attraversato ben quattro generazioni, una ricchezza umana straordinaria, un esempio di vita e di sacrificio che merita tutto il nostro grande rispetto e la nostra ammirazione. Residente a Lucca, è stata dimessa dalla Cardiologia dopo tre giorni dall’intervento in ottime condizioni generali, sorridente, carica di speranze e di ricordi bellissimi che ha raccontato quasi divertita e con uno spiccato senso dell’umorismo. Che mi fate? – aveva chiesto quando, subito dopo il ricovero quando mi sono recato al suo letto…».
Spiega Bovenzi: «Il cuore è un organo fragile solo perché nell’immaginario collettivo è sede di sentimenti ed emotività; dal punto di vista meccanico è una pompa, un muscolo resistente, duraturo e forte che, prima di arrendersi, si difende da leone come ci dimostra il cuore di Olga con le sue pareti, le valvole, le coronarie e i numerosi circuiti interni che dal primo battito nella città di New York, dove era nata il 24 ottobre 1918, ha compiuto in 104 anni circa 400 milioni di battiti e pompato poco meno di 300 milioni di litri di sangue, sviluppando una smisurata energia e un gigantesco lavoro. Sono numeri che danno senso alla vita terrena, sostenuta da un organo che per potenza erogata supera ogni congegno meccanico».