Pisa – Non solo sangue, organi e medicinali, ma anche un delivery direttamente sulla terrazza di casa prenotando magari, in modo del tutto smart, la cena natalizia nel rispetto della tradizione.
Oggi si può perché il cibo preparato (o acquistato) in punti vendita convenzionati te lo recapita direttamente il super drone di ABzero, la startup pisana incubata presso il Polo Tecnologico di Navacchio e spin off della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che punta a riempire il cielo delle nostre città con decine di droni capaci di garantire trasferimenti sanitari rapidi e sicuri ma anche di accontentare il nostro palato con spuntini e pranzi completi assicurandoci una sorta di Natale 4.0 pur restando ancorati a una tradizione che affonda le sue radici nel food a km zero.
Giuseppe Tortora, fondatore dell’azienda insieme all’architetto Andrea Cannas, non sono solo suggestioni vero?
«No, in realtà il nostro è un progetto vero che ha già convinto molto investitori che, insieme a noi, puntavo a mettere in piedi un sistema di trasporto moderno, efficiente e sicuro a costi per tutte le tasche (con tariffe inferiori ai 5 euro per il trasporto) per arrivare dove oggi altri non arrivano: ovvero la consegna a domicilio con i droni».
Idea piuttosto ambiziosa.
«Ma non impossibile e soprattutto supportata dal primo passo che è stato quello di puntare sui trasporti medicali, che continuano a essere una parte fondamentale del nostro business. Infatti abbiamo avviato una campagna di equity crowdfunding sulla piattaforma Starsup con l’obiettivo, tramite aumento di capitale fino a 400mila euro, di trasformare l’azienda in una company capace di aprire nuovi mercati. E i segnali sono ottimi abbiamo già raggiunto 83mila euro e il contatore segna già il 104% dell’obiettivo minimo garantito».
Come funzionerà il nuovo prodotto?
«Si chiama Peer2Air, un’innovativa superficie di atterraggio per droni, ideata dal designer Nicolino Di Carlo che, corredata dalla capsula di trasporto e guidata da un modulo di Intelligenza Artificiale, consentirà l’avvio del delivery per la consegna di piccoli oggetti direttamente in giardino, alla finestra o al balcone di casa. Il nuovo scenario che abbiamo immaginato è quello di una rete capillare di servizio di consegne tra produttori locali o piccoli commercianti e consumatori (a partire da chi ha problemi di mobilità o in presenza di situazioni di emergenza), restando ancorati alla mission originaria di ABzero».
Non sarà semplice però garantirsi un parco mezzi adeguato.
«In realtà la rete si attiva attraverso la community dei piloti di droni con propri mezzi e attestato Enac già esistente sul territorio (in Italia sono 42mila). Questi piloti possono diventare nostri soci e saranno i rider di domani. E anche per questo è importante la campagna di crowdfunding».
Perché?
«Perché ci sono ancora pochi giorni prima della fine dell’anno e sottoscrivere ora un investimento minimo di 250 euro può usufruire di sgravi fiscali del 30% della somma investita sotto forma di detrazione Irpef o deduzione Ires già per il 2022 nella prossima dichiarazione dei redditi. Chi invece investe 10mila euro o una somma superiore acquisisce quote ordinarie della società».
Avete illustrato il vostro progetto anche agli addetti ai lavori?
«Lo abbiamo illustrato all’Osservatorio Droni del Politecnico di Milano. Una vetrina importante anche per la presenza di potenziali nuovi partner. Ma la filosofia di business sarà rigorosamente glocal: daremo la preferenza per l’attivazione dei chapter locali facendo dialogare i rider del cielo con il tessuto commerciale nel quale stiamo svolgendo il servizio».