Firenze – Dalla digitalizzazione per programmare i lavori di bonifica all’uso dei droni per la difesa del suolo. Sono stati presentati nei giorni scorsi, durante il convegno «Consorzi fra storia e innovazione: 100 anni di bonifica» promosso da Anbi Toscana nell’ambito di Earth Technology Expo, alcuni dei progetti più innovativi realizzati dai Consorzi di Bonifica della Toscana sul suolo regionale.
Al forum sono intervenuti Fabio Zappalorti direttore di Anbi Toscana, Alessandro Marchionne direttore di Confagricoltura Toscana, Angelo Corsetti direttore regionale di Coldiretti, Sandro Orlandini presidente di Cia Toscana Centro, Massimo Gargano direttore generale di Anbi, Stefania Saccardi assessore all’Agricoltura della Toscana, Erasmo D’Angelis presidente della Fondazione Earth and Water Agenda e Monia Monni, assessore regionale all’Ambiente, mentre le conclusioni sono state affidate a Marco Bottino presidente di Anbi Toscana.
Per il Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, Massimo Lucchesi, ha presentato due iniziative per migliorare la qualità delle acque del Lago di Massaciuccoli. La prima è il progetto Phusicos per limitare l’erosione del suolo, realizzando un bacino per il deposito del materiale in sospensione e aree dotate di vegetate per limitare l’erosione. L’altro è l’impianto sperimentale di fitodepurazione per le acque del Lago.
Per il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, Matteo Isola ha illustrato il sistema «no dig» che l’ente sta sperimentando nella realizzazione del Distretto Irriguo n. 8 a Castiglion Fiorentino (Arezzo). Una tecnica che permette di inserire o sostituire condotte e tubi senza scavi, minimizzando i disagi per i cittadini, velocizzando tempi di realizzazione e costi, riducendo l’iter autorizzativo e l’impatto sull’ambiente. Laura Nesterini del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno ha presentato l’Archivio Territoriale Strutturato (Artes), che facilita la programmazione, la gestione e il monitoraggio di sfalci e manutenzioni.
Attualmente nove settori, per un totale di 42 addetti, utilizzano Artes giornalmente, consentendo il monitoraggio in tempo quasi reale dei lavori su circa 2.500 km e di 600 interventi incidentali annui. Per il Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno, Nicola Casarosa ha illustrato la convenzione con il servizio Remote – Area della Ricerca Cnr di Pisa, per l’uso dei droni nella difesa del suolo e nelle attività di bonifica.
Un metodo che si è dimostrato prezioso nelle emergenze connesse ad eventi estremi (alluvioni, frane, dissesti, ma anche periodi di marcata siccità), rendendo velocemente fruibili i dati. Giorgio Vannucci del Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa ha presentato invece il progetto Rewat, nato per salvaguardare la risorsa idrica in Val di Cornia. In tre anni, a partire dal 2018/2019, la ricarica è aumentata di circa 2,5 milioni di m3 l’anno e i livelli di falda siano cresciuti di circa 1.5 m/anno.
Nella primavera del 2021 si è inoltre osservata una regressione dell’intrusione salina. Infine Lorenzo Lubrano della startup Blu Eco Line Sud ha presentato per il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud il progetto River Cleaner per intercettare le plastiche galleggianti. L’ impianto, collocato in provincia di Grosseto, le raccoglie in modo automatizzato, consentendo di gestirle insieme ai rifiuti urbani. In questo modo, i materiali vengono bloccati prima di arrivare in mare, evitandone la trasformazione in micro-plastiche.
L’App che sviluppa competenze digitali per chi non lavora
Un impegno per favorire lo sviluppo delle competenze digitali dei giovani che non studiano e non lavorano. E’ quello di Fondazione Vodafone che ha sviluppato LV8 (Level8), app gratuita per coinvolgere in percorsi di formazione digitale questi giovani: LV8 è un learning game che, al raggiungimento di determinati livelli, conferisce delle certificazioni digitali che i ragazzi potranno inserire nel proprio curriculum.
Secondo i dati Istat sono circa 3 milioni i giovani in Italia che non lavorano e non frequentano corsi di formazione, sono ui cosiddetti «Neet» e la loro esclusione dal mercato del lavoro vale circa un punto e mezzo di Pil. Chi invece completa il percorso del «learning game» LV8, avrà anche l’opportunità di partecipare alla selezione per quattro stage di tre mesi in Vodafone, presso le sedi di Roma o Milano.
«Preferiamo parlare di giovani che non hanno ancora trovato la loro strada – spiega Silvia Cassano, direttore risorse umane e organizzazione di Vodafone Italia. Non possiamo permetterci di perderli, di condannarli a una marginalità strutturale. Attraverso la nostra Fondazione abbiamo deciso di fare leva sulla loro familiarità con lo smartphone per coinvolgerli in percorsi di formazione digitale certificati».