Santarcangelo di Romagna (Rimini) – È considerato uno dei progetti più innovativi, a livello nazionale, per abbattere il cosiddetto ‘gender gap’, il divario di genere nell’accesso ai percorsi professionali in ambito scientifico e tecnologico, e mettere così ragazzi e ragazze sulla stessa linea di partenza verso le opportunità future. ‘Girls code it better’ (ovvero “le ragazze codificano meglio”, riferito all’elaborazione di programmi informatici) si svolgerà in 150 scuole d’Italia e anche alla Maggioli Academy, la struttura del gruppo Maggioli nata per fare formazione. A credere nel potenziale rivoluzionario del progetto, patrocinato anche dal comune di Santarcangelo di Romagna, è stata in particolare Cristina Maggioli, consigliera delegata alle risorse umane del gruppo.
Il percorso formativo, presentato la settimana scorsa, coinvolgerà 45 ragazze della scuola media ‘Teresa Franchini’ di Santarcangelo. Cosa vi aspettate?
“Siamo felici ed elettrizzati – dice Cristina Maggioli – perché finalmente ospitiamo un’iniziativa tutta al femminile. Un sogno che accarezzavamo e desideravamo realizzare da anni. Alla serata di presentazione del progetto c’era un’atmosfera di entusiasmo ed effervescenza. Un clima che ha sorpreso persino mio padre Manlio, che ha 92 anni e non se la sarebbe persa per nulla al mondo”.
Come si svilupperà il progetto?
“L’iniziativa ’Girls code it better’ prevede la creazione di club (laboratori) extra-curriculari pomeridiani e gratuiti, rivolti alle scuole secondarie di primo e secondo grado e composti da 20 ragazze ciascuno, guidate da un coach-docente (un insegnante della scuola) e da un tutor reclutato sul territorio. Qui l’adesione risulta fra le più elevate di tutto il panorama nazionale: nei nostri spazi ospiteremo infatti ben due club”.
Cosa significa per lei, da donna, scommettere su questa iniziativa?
“Vogliamo investire nel capitale umano femminile: con l’avanzare dell’innovazione tecnologica le aziende avranno sempre più necessità di assumere persone con competenze tecniche e informatiche. Nei colloqui che effettuiamo ogni giorno, vediamo prevalere largamente il genere maschile: è arrivato il momento di invertire il trend”.
A proposito di donne, come garantire un’equilibrata conciliazione tra tempo di vita e di lavoro?
“È un problema che nella nostra azienda ci siamo posti in tempi non sospetti, tanto da aver istituito l’asilo nido aziendale più di otto anni fa. E siamo anche stati tra le prime realtà del territorio ad adottare un regolamento per il lavoro agile (con una previsione massima di 3 giorni a settimana in smart working) e l’orario flessibile. La pandemia ce lo ha confermato: sono gli obiettivi condivisi a contare per davvero, e non l’ora in cui si timbra il cartellino”.
Quali iniziative di welfare sono in cantiere per il prossimo futuro?
“Solo per citare la più recente, abbiamo costruito una piattaforma con servizi (gratuiti per i nostri 2.700 dipendenti) di supporto psicologico, consulenza nutrizionale e sostegno alla genitorialità”.