Fano- Una delle aree più fertili del Paese, per la creazione di start up, è quella marchigiana. Ma partono in tanti ed arrivano in pochi alla meta. Anche perché i giovani, anche se con buone idee nelle mani, incontrano strada facendo, una serie di ostacoli a partire dal problema delle risorse finanziarie, fino ad una mancanza di organizzazione interna: e cioè le fasi e le tappe dello sviluppo della società.
Un problema di non poco conto per cui società come ‘BpCube’ hanno organizzato una vera e propria scuola per i giovani che vogliono sviluppare le loro idee attraverso la creazione di una start up. E il progetto si chiama «Digitalents» che tende proprio a formare i giovani in questo percorso imprenditoriale. Uno degli uomini guida di questo progetto finanziato dalla Regione per cui i ragazzi non spendono un soldo, è Paolo Tafini, socio di BP Cube e per venti anni manager di un gigante come la Microsoft.
«Una delle cose che bisogna subito dire – attacca Tafini – è che questa realtà rispetto al nord dell’Italia sembra che sia ferma ancora al palo. Si ha la sensazione che qui l’orologio sia indietro di qualche ora. Questo anche perché non ci sono contributi pubblici, o sono comunque scarsi, e c’è anche un problema legato al finanziamento delle idee, sia materiali oppure anche legate alla tecnologia. Molti dei nostri ragazzi hanno buone idee ma hanno ’confini corti’ per cui devono allargare gli orizzonti e credere nelle loro idee e in quello che fanno perché oggi il mercato è il mondo».
Una inversione di rotta, quella che tenta di imprimere questa ‘scuola’ che punta a sviluppare idee e arrivare alla formazione di start up. Una sfida che si terrà oggi al Tag Hotel di Fano.
Si tratta del secondo appuntamento perché già un altro si è tenuto a Pesaro. Una partecipazione abbastanza alta quella ottenuta da queste ‘scuole’ perché vi hanno partecipato circa 130 giovani alla prima edizione e sono ancora di più i giovani in questa seconda puntatra fanese: ben 150.
«Uno dei problemi che si incontrano – continua Tafini – è quello riguardante il distacco tra le teoria e la pratica, cioè dall’intuizione alla creazione di un modello, ovvero di un prototipo dell’idea che si vuole sviluppare. Quindi lo scopo è quello di fare una valutazione delle idee che sono in campo e quindi creare una fase di formazione perché la teoria da sola non basta. Quindi nel corso di questi approfondimenti, ai quali partecipano come docenti professionisti con grande competenze alle spalle in grandi aziende, si cerca di stabilire la qualità dell’idea, creare un business plan, arrivare all’organizzaazione del team. Poi si analizzano i potenziali clienti e si cercano anche i fornitori. A tutto questo va aggiunto il problema del reperimento dei finanziamenti per portare poi avanti il progetto».
Ad aprire oggi l’appuntamento al Tag Hotel di Fano saranno oltre Paolo Tafini ed Enrico Battistelli di BP Cube con la presentazione del programma e dei vari relatori che si alterneranno durane la giornata. Moderatore Mario Moroni, imprenditore digitale, che parlerà del principio primo delle start up ossia: «Non aprire una startup (se non sai come farlo)».
Molti gli specialisti che si alterneranno al tavolo dei relatori e tra questi, anche per capire il livello di questa scuola, c’è Luca Altieri, vice presidente marketing di Ibm che parlerà di «Moderne tecnologie: impatto sul mercato e sul consumatore e strumenti di ingaggio e marketing». Insomma una scuola che fornisce la cassetta con gli attrezzi per passare da giovane sognatore ad imprenditore. Sono attessi per queste giornata circa 150 giovani con all’interno dello zaino il loro futuro.