Macerata – Inclusione sociale, ricostruzione post sisma e una visione che guarda al futuro. A questo saranno destinati i fondi del Pnrr che l’Università di Macerata sta intercettando. A fare il punto è poi il rettore, Francesco Adornato.
Rettore Adornato, che opportunità rappresenta il Pnrr?
“Stiamo intercettando notevoli risorse per la ricerca applicata e il trasferimento delle conoscenze, che ci permetteranno di valorizzare il contributo delle scienze umane e sociali per uno sviluppo inclusivo e sostenibile del territorio. La stessa ricostruzione post sisma non può prescindere dai contesti culturali e sociali per il recupero, la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio materiale e immateriale. Innovazione e umanesimo possono agire da volano dello sviluppo sociale, culturale ed economico, nazionale e locale. È ciò che definiamo ‘Umanesimo che innova’ e si protende verso un ‘Umanesimo digitale’. L’Università è impegnata in varie collaborazioni strategiche per l’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza. Contribuiremo a ricerche legate al rilancio delle aree del sisma, al patrimonio culturale, alle industrie culturali e creative, all’inclusione, all’invecchiamento attivo”.
Un primo finanziamento ottenuto riguarda progetti di inclusione, di che cosa si tratta?
“È stato conseguito nell’ambito di uno dei dodici Ecosistemi dell’innovazione finanziati dal ministero dell’Università e della ricerca. L’Università ha partecipato al progetto ‘Innovazione, digitalizzazione e sostenibilità per l’economia diffusa del centro Italia’ insieme ad altri otto atenei di Abruzzo, Marche e Umbria. La linea di progetto (Spoke) assegnata al nostro ateneo, per un budget di 10 milioni di euro, riguarda l’implementazione di soluzioni intelligenti e programmi educativi per l’antifragilità e l’inclusione, a partire dall’eccellenza nella ricerca, che i docenti dell’ateneo hanno consolidato negli anni.
Unimc sarà il centro di sviluppo di attività di ricerca applicata e formazione avanzata per l’innovazione focalizzate su soluzioni e modelli organizzativi a supporto della vita indipendente, della formazione e del benessere delle persone fragili e delle comunità. Inoltre, si valorizzerà tutta la filiera dell’invecchiamento attivo attraverso soluzioni specifiche per la silver economy, abbracciando il patrimonio culturale, il turismo, l’industria, la finanza, i servizi. Infine, si svilupperanno soluzioni legate alle filiere industriali ad alto potenziale di crescita e innovazione sociale, con uno sguardo particolare alle industrie culturali e creative.
Lo faremo insieme a realtà importanti e specifiche del settore, come l’Inrca di Ancona e i centri di trasferimento tecnologico Cosmob e Meccano. Allo Spoke di Unimc è stato affiliato anche un gruppo di ricercatori dell’Università dell’Aquila (capofila dell’hub), attivi in ambito medico e tecnologico, che contribuiranno a sviluppare soluzioni e progetti, prodotti e servizi per le comunità, le imprese, le istituzioni, le associazioni e i cittadini. L’Università di Macerata, inoltre, collabora pure con l’Università La Sapienza, hub nazionale, nell’ambito del partenariato esteso relativo alla cultura umanistica e al patrimonio culturale come laboratori di innovazione e di creatività”.
Altra linea di intervento è quella per i fondi complementari del Pnrr sisma.
“Sì, l’ateneo farà parte della più vasta rete italiana per l’innovazione e la ricerca tra le Università, la Rete per l’innovazione e la ricerca dell’area del sisma, finanziata per 60 milioni di euro attraverso il fondo complementare del Pnrr sisma. Il progetto, sotto la regia della cabina di coordinamento integrata, prevede la creazione di quattro centri di ricerca universitari specializzati nella sicurezza sismica, nell’agroalimentare, nell’economia circolare e nella salute, nella valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale con il coinvolgimento di tutti gli atenei e i principali centri di ricerca del territorio (Marche, Abruzzo, Lazio, Umbria).
Infine, sono state attivate ben ventisette borse per dottorati di ricerca e dottorati innovativi finanziati con investimenti previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza. Sono in fase di valutazione, invece, altri progetti che riguardano il rilancio dei piccoli borghi marchigiani (Investimento 2.1: “Attrattività dei borghi storici”), nonché la promozione della ricerca, del trasferimento tecnologico e della formazione universitaria nei territori del sisma (bando Ricerca Sisma 2016)”.
Per questi sono stati richiesti altri 10 milioni di finanziamenti”. In che cosa consistono gli interventi richiesti?
“L’ateneo di Macerata ha presentato tre progetti, tutti ammessi alla fase di valutazione finale, per il bando ‘Ricerca sisma 2016’, promosso dall’agenzia per la coesione territoriale. Uno riguarda la creazione o potenziamento di centri di ricerca e coinvolge le Università Federico II di Napoli e di Chieti-L’Aquila, nonché la Provincia di Ascoli, per un budget previsto di 560mila euro. Un secondo progetto, relativo al trasferimento tecnologico, vede la collaborazione del Comune di Macerata e della società Mich, per un finanziamento richiesto di 4 milioni e mezzo di euro. Il terzo rientra nella categoria dei percorsi di formazione e prevede un budget di 5 milioni di euro. La nuova governance troverà un ateneo, a dir poco, in buona salute, che potrà quindi raggiungere nuovi e più ambiziosi traguardi. Mai come in queste circostanze, il futuro è nelle nostre mani”.