Pesaro – L’Università degli Studi di Urbino ha ospitato nei giorni scorsi una delegazione di dieci docenti albanesi provenienti da Universiteti I Arteve di Tirana; Universiteti Politeknik I Tirane, University of Shkodra Luigj Gurakuqi, and Akademia e Studimeve Albanologike nell’ambito del progetto europeo Erasmus+ REACH – Innovating Cultural Heritage, coordinato da Laura Baratin e da Francesca Gasparetto.
«Si tratta di quattro giorni di lezioni ed eventi» spiega Laura Baratin «che la Scuola di Restauro di Uniurb ha intrapreso assieme ad altri partner come l’Università della Galizia, l’Università di Bologna e la Fondazione Flaminia di Ravenna, per mostrare come funziona il sistema educativo e di ricerca avviato in Italia riguardo la conservazione e il restauro, mostrando le opportunità possibili per istituzioni universitarie impegnate nel settore della salvaguardia del Patrimonio culturale».
Che scopi si prefigge il progetto Reach?
«L’obiettivo principale è accrescere il senso di appartenenza delle comunità grazie alla comprensione del valore dell’arte e della cultura tramite le nuove tecnologie.Con i docenti albanesi si tratta di portare avanti questo lavoro coerentemente con le partnership già avviate in Tunisia e in Libano. A tale scopo, dopo due giorni di lezioni frontali e di confronto tra alcuni docenti della Scuola e i professori ospiti, svolti nei laboratori di Urbino, giovedì 10 novembre ci si sposterà per un incontro nella cittadina di Monte San Pietrangeli (FM), presso gli spazi del Comune, riguardante il lavoro di restauro dell’importante Polittico attribuito a Vittore Crivelli e ai suoi allievi, diretto e seguito dalla Scuola di Restauro nel 2019».
Come si svolgerà la giornata?
«In ossequio agli obiettivi del progetto, incontreremo le scuole elementari e medie coinvolgendo docenti e ragazzi per far sì che l’opera, restaurata dopo il terremoto, possa rappresentare un punto di riferimento per l’intera comunità. Un obiettivo che per noi è strettamente correlato a quello della Terza Missione, ovvero la ricaduta sul territorio delle conoscenze di un ateneo, in questo caso da ottenere prospettando l’uso delle nuove tecnologie come la stampa in 3D, lo sviluppo di app dedicate, sia ludiche che didattiche, siti web e pagine social divulgative e tutte le modalità che le moderne tecniche digitali offrono per l’analisi ma anche per la divulgazione. Il restauro infatti non è soltanto il pennello tradizionale ma oggi, grazie alle nuove tecnologie, è una nuova frontiera della cultura, che abbiamo riassunto nel nostro sito openrestoration.uniurb.it».
Il meeting si è concluso venerdì 11 nell’Aula Magna del Rettorato dove dalle 10 alle 17 si è tenuto il seminario «Esperienze di Conservazione tra ricerca, didattica e interventi» in cui sono intervenuti Fatma Derouiche Ben Abdallah dell’Isbas di Sousse (Tunisia) e Joseph Zaarour dell’Usek di Kaslik (Libano) per presentare le esperienze portate avanti con l’Università di Urbino nell’ambito della didattica e della ricerca, e la Galleria Nazionale delle Marche all’interno delle collaborazioni sviluppate tra le due istituzioni nel territorio. Infine, la presentazione di alcuni restauri condotti da docenti ed esperti della Scuola di Restauro di Urbino.