Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. In poche parole più “smart”. Sebbene nel complesso, le misure adottate per arrivare al Goal 11 dell’Agenda 2030 dell’Onu siano «sufficienti», è necessario continuare a vigilare sulla loro implementazione e colmare le carenze sul fronte della “Mobilità urbana” e delle “Infrastrutture verdi urbane e periurbane”. Questo il verdetto emesso dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) nel rapporto “Il Pnrr, la Legge di Bilancio e l’Agenda 2030. Analisi dei provvedimenti alla luce degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile” presentato lo scorso 31 marzo in un incontro patrocinato dalla Camera dei Deputati.
«Dopo due anni di emergenza sanitaria, l’Europa fronteggia le conseguenze dell’invasione dell’Ucraina, mentre gli effetti negativi del cambiamento climatico si intensificano, le ingiustizie e le disuguaglianze aumentano in tutto il mondo, anche a causa del nostro modello di sviluppo – affermano Marcella Mallen e Pierluigi Stefanini, presidenti dell’ASviS –.
Il nostro Paese, come parte dell’Unione Europea, reagisce alla situazione con provvedimenti e investimenti di grande portata. L’Agenda della sostenibilità guida alcuni degli obiettivi del Pnrr ma non tutti. Il Pnrr, da solo, non basta.
Le crisi che stiamo vivendo e quelle che dovremo affrontare devono stimolarci a prendere decisioni coraggiose e accelerare la transizione ecologica». Le importanti risorse disponibili, oltre a quelle previste dal Pnrr – rileva il Rapporto nella parte dedicata alle città – sono frantumate in programmi scollegati tra di loro e i fondi per la politica abitativa sono molteplici e privi di una programmazione poliennale. In tale scenario, per l’ASviS, risulta necessario affidare al Comitato interministeriale per le politiche urbane (Cipu) appena ricostituito il compito di coordinare tutti i programmi e di elaborare l’Agenda urbana nazionale. Se per 4 dei target (Politiche abitative e rigenerazione urbana, Urbanizzazione inclusiva e sostenibile, Patrimonio culturale e naturale, Qualità dell’aria) il contributo previsto dal Pnrr sembra andare nella direzione indicata, per gli altri due target – secondo l’analisi dell’ASviS – il Pnrr da solo non basta e occorre un contributo più forte da parte delle politiche ordinarie.
In particolare il rapporto valuta insoddisfacenti gli interventi previsti dal Piano nell’ambito della mobilità urbana. Secondo le stime dell’ASviS gli autobus a emissioni zero quasi raddoppierebbero con i 3mila previsti nel 2026 che corrispondono però solo al 7.6% dell’attuale parco nazionale. L’infrastruttura di trasporto rapido di massa aumenterebbe del 26,1% mantenendo, tuttavia, inalterato il divario con i principali Paesi europei. Per le piste ciclabile in zone urbane è previsto un aumento di 565 km, troppo pochi – sottolinea l’ASviS – per conseguire l’obiettivo europeo del raddoppio entro il 2030 al quale tale incremento contribuisce solo in minima parte. L’incremento dei punti di ricarica elettrica consentirebbe, invece, di raggiungere solo il 40% dell’obiettivo stabilito. L’Alleanza lancia, inoltre, un appello alla rimozione degli ostacoli all’utilizzo delle risorse previste per il rinnovo del parco autobus sottolineando come le risorse per il trasporto rapido di massa debbano avere continuità ed essere collocate in un quadro programmatorio nazionale.
Il secondo target che il Pnrr, da solo, non riesce a soddisfare riguarda le infrastrutture verdi. I 6,6 milioni di alberi previsti entro il 2026 contribuirebbero, infatti, solo per il 2,9% al conseguimento dell’obiettivo europeo al 2030. I finanziamenti, per l’ASviS, vanno, dunque, «incrementati ed estesi anche ad altri comuni e vanno coordinati con le altre misure di mitigazione degli effetti del cambiamento climatico». Miglioramenti sono auspicati dall’ASviS anche riguardo agli altri target. Gli interventi previsti per eliminare le disuguaglianze territoriali – si legge nel rapporto – rafforzano la Strategia per le aree interne (Snai) la quale non ha, però, ancora dispiegato i suoi effetti per una scarsa capacità di utilizzo di tutte le risorse attribuite.
«Va adottata – sottolinea l’ASviS – un’Agenda per lo sviluppo sostenibile delle aree interne e della montagna approvata dal Cipess, che coordini le Strategie esistenti». Riguardo alla cultura il rapporto rileva come il provvedimento relativo all’eliminazione delle barriere fisiche e cognitive riguardi solo il 10,5% dei musei e l’1% delle biblioteche, mentre l’investimento per l’efficienza energetica investe circa il 2% di cinema, teatri e musei. Per l’ASviS è, inoltre, necessario inserire il Piano per l’attrattività dei borghi nella Strategia per le aree interne.
Sul fronte della qualità dell’aria l’adozione del Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico richiesto dal Pnrr e il Fondo della legge di Bilancio 2022 – secondo l’analisi – «rappresentano la premessa per raggiungere l’obiettivo al 2030, anche se la tendenza dal 2019 al 2020 è peggiorata».
Ampliando lo sguardo, i provvedimenti del Pnrr – questo in sintesi il giudizio dell’Asvis – offrono prospettive positive per il raggiungimento dei 17 Obiettivi e dei 169 Target dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite su salute e istituzioni; sono sufficienti ma migliorabili per istruzione, imprese, infrastrutture e innovazione, produzione e consumi; sono insufficienti per contrasto alla povertà, parità di genere, occupazione, crescita economica e soprattutto per l’ambiente.