Rekeep è il principale operatore italiano e uno dei principali player a livello europeo del settore dell’Integrated Facility Management, ovvero l’erogazione e la gestione di servizi integrati rivolti agli immobili, al territorio e a supporto dell’attività sanitaria. Una realtà – il cui quartier generale ha sede a Zola Predosa, nel Bolognese – capace di offrire soluzioni operative in outsourcing per enti pubblici ed imprese private. E che ora, per rispondere alle esigenze attuali e future dei centri urbani, intende aggiungere alla propria offerta per la Pubblica Amministrazione uno strumento innovativo.
Se la città realmente smart, infatti, è quella che sa mettere a frutto i dati per rispondere al meglio ai bisogni di chi la abita, la piattaforma Ippodamo – studiata con l’Università di Bologna nell’ambito di BI-REX, il competence center del capoluogo emiliano – si schiera ora in prima linea. Ed è molto più di una piattaforma per il facility management urbano, è una soluzione tecnologica per gestire, strutturare ed elaborare i dati provenienti dalle fonti più diverse e dai differenti attori che operano nella città. Da quelle metropolitane a quelle di medio-piccole dimensioni.
Lorenzo Ferrante, Project Manager di Rekeep Digital, come si presenta la piattaforma Ippodamo in uno scenario come quello delle smart cities?
«La nostra è una piattaforma in cui i big data vengono elaborati per portare utilità concrete sia ai cittadini, sia alla pubblica amministrazione. Ogni città, da molto tempo, produce dati che provengono, ad esempio, dai servizi che quotidianamente genera e consuma, dalle occupazioni di suolo pubblico, dagli avvenimenti sportivi, dai mercati e dalla presenza di persone o veicoli. Tutti eventi che insistono sull’entità strada. Così, ci siamo posti l’obiettivo di correlare tra di loro queste fonti dati, attualizzandole, e integrandole per renderle disponibili agli amministratori in modo intellegibile e utile in termini predittivi».
Quali sono gli obiettivi?
«Consentire alla pubblica amministrazione di prendere delle decisioni più consapevoli. Fino a poco fa, i processi operativi venivano affrontati in maniera empirica, mentre oggi la tecnologia consente attraverso algoritmi di correlazione profonda di affrontare uno scenario multidimensionale e poter mettere insieme tutto ciò che dovrebbe essere pianificato: dal traffico veicolare che sarà generato, fino alle previsioni metereologiche. Così da capire come produrre il minor disagio possibile per i diversi attori e identificare, dopo aver fissato alcuni criteri, il momento in cui è meglio programmare, ad esempio, un intervento sulla sede stradale. Chi assembla in modo corretto i dati produce così la massima efficacia per tutti gli stakeholder, dalle imprese ai cittadini fino alla pubblica amministrazione».
Anche le piccole città possono avviare la loro transizione digitale?
«Ci sono delle città che per capacità economica, di risorse umane e competenze per affrontare progetti multidimensionali approcciano nel modo più ampio possibile il tema. Noi, proprio perché siamo esperti di processi operativi che caratterizzano sia la piccola, che la grande città abbiamo scelto un approccio completamente diverso a riguardo. I singoli processi operativi sono riletti in ottica 4.0, sfruttando le tecnologie di frontiera che oggi sono alla portata di tutti, per fornire alla pubblica amministrazione la possibilità di orientare al meglio le decisioni. Un conto è prendere scelte soggettive, un altro conto è invece affrontare delle scelte di governo sulla base di dati oggettivi. Incrociare i dati si traduce così in uno strumento fondamentale».
Quali sono i punti di forza di Ippodamo?
«L’approccio innovativo risiede nella nostra filosofia di partenza. Siamo partiti tenendo a mente come le città non abbiano bisogno di ulteriori dati, perché li producono già ed interessano numerosi ambiti. Questi, però, sino ad oggi venivano utilizzati come archivi statistici: ora, la possibilità grazie a Ippodamo di correlare svariate tipologie di dati (ad esempio il meteo, uno sciopero dei taxisti) consente di arricchirli. Arricchiti e correlati tra di loro, infatti, producono nuove entità di dati di maggior valore, per comprendere al meglio i fenomeni. È bene che questi siano attualizzati per sfruttare le loro potenzialità».
Quali sono le prospettive future in merito?
«Abbiamo una roadmap molto chiara. Che va verso la sostenibilità. Oggi Ippodamo è già utilizzabile per la gestione adattativa della cantieristica stradale, la prospettiva è integrare nella piattaforma l’intera galassia che si sposta sulla città – fatta di abitanti, traffico veicolare, cantieri – con i relativi dati che produce: le pubbliche amministrazioni avranno un quadro completo degli impatti che determinate scelte piuttosto di altre potranno avere, in termini di sostenibilità, sulla vita dei cittadini. La potenzialità di Ippodamo è proprio quella di fornire dati oggettivi per le decisioni da prendere».
Rekeep, colosso del Facility management

Rekeep, guidato dal presidente Claudio Levorato, è il principale gruppo attivo in Italia nell’Integrated Facility Management, ovvero la gestione e l’erogazione di servizi integrati, alla clientela pubblica e privata, rivolti agli immobili, al territorio e a supporto dell’attività sanitaria.