Viareggio – Monopattini, bici e scooter elettrici da condividere con i propri concittadini: negli ultimi due anni, l’amministrazione ha investito forte su questo aspetto. L’avventura nel campo della sharing mobility è (ri)cominciata nel 2020, quando il Comune ha messo a disposizione 200 monopattini a noleggio, incrementabili in caso di necessità, presenti anche a Torre del Lago.
Poche regole, tra cui 90% della flotta autorizzata sempre disponibile per l’utente; velocità massima di 20 chilometri orari controllata da remoto e limite di 15 orari nel tratto pedonale di via Fratti. Il servizio ha avuto una tale fortuna che, nel giro di pochi mesi, sono arrivate anche le biciclette, presentate dall’assessore alla smart city Valter Alberici: 60 esemplari, per l’esattezza, e relative rastrelliere, installati nelle principali piazze della città. Il progetto è stato finanziato al 75 per cento dal Ministero dell’Ambiente e per il restante 25 per cento da Mover, e le 60 biciclette sono state divise tra ’tradizionali’ (45) e a pedalata assistita (15).
Il passo successivo è stato l’idea delle bici elettriche, gestite da Bird così come i monopattini: 50 esemplari che possono essere attivati tramite l’applicazione gratuita e utilizzati per sostituire i viaggi in auto quando si va in spiaggia, ci si incontra con gli amici, si esplora la città e si compiono molti altri spostamenti quotidiani: 15 mezzi a Torre del Lago (5 al Belvedere; 5 alla stazione; 5 su Viale Europa altezza Rotonda), 10 sulla Marina di Levante (Darsena), 10 in stazione centrale, 15 altrove. E nel futuro ormai prossimo c’è lo «scooter sharing»: il Comune ha già annunciato l’arrivo 50 mezzi elettrici, attivabili tramite app. Il servizio sarà gestito via Mover dalla Mi- Moto Smart Mobility srl.
In principio furono i velocipedi arancio
Viareggio è stata pioniera del servizio di bike sharing già una quindicina di anni fa. Era il dicembre del 2007 e ai nuovi parcheggi scambiatori furono posizionate 72 biciclette arancioni a disposizione della cittadinanza, che però non ebbero molta fortuna. Anche perché, a onor del vero, non esistevano i Qrcode.