Siena – È diventato un brand usato da aziende florovivaistiche e agricole. La sua forza è legata a quel nome, ’Terra di Siena’, ma anche a un processo di lavorazione all’avanguardia che, a fine anno consente una produzione di almeno 5mila tonnellate.
Si tratta del compost prodotto da Sienambiente, società partecipata al 43% dai Comuni senesi, grazie ai rifiuti organici della raccolta differenziata. Terra che ritorna terra e si trasforma in economia circolare cercando, nel suo piccolo, di riutilizzare le enormi quantità di cibo che a livello globale per varie ragioni non raggiungono le nostre tavole.
Il problema viene risolto a monte riducendo gli sprechi e le inefficienze del sistema produttivo o correggendo le cattive abitudini alimentari, ma quando questo non è possibile, si può e si deve ricorrere al compostaggio. «Per mettere in atto questa soluzione il cui obiettivo è riportare alla terra ciò che viene dalla terra, da oltre 20 anni, nella provincia di Siena sono presenti due impianti a servizio del territorio che trasformano i rifiuti organici in compost. Negli impianti delle Cortine, nel Comune di Asciano, e in quello di Poggio alla Billa, nel Comune di Abbadia San Salvatore, la frazione organica dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata viene trasformata, tramite il processo di compostaggio, in un fertilizzante naturale.
«Il compostaggio effettuato nei due siti – spiegano da Sienambiente – non è altro che è la versione controllata, accelerata e migliorata di ciò che avviene in natura quando una sostanza organica si trasforma per effetto della flora microbica presente nell’ambiente». Sulla base degli stessi processi naturali, negli impianti di Sienambiente, viene prodotto il compost Terra di Siena, un ammendante ricco di sostanze nutritive che vengono rilasciate gradualmente nel terreno garantendone il nutrimento necessario.
«Il compost – spiegano ancora – è infatti in grado di ridurne il processo di impoverimento dovuto alle colture intensive e di mantenerne la fertilità dei terreni». Ma come funziona la filiera? Il compost di Sienambiente viene prodotto grazie alla lavorazione di scarti provenienti dalla raccolta differenziata domestica dei rifiuti organici come gli avanzi di cucina, da materiale vegetale (sfalci, potature) e da scarti organici dei cicli di lavorazione agro-industriale (pomodoro, vite).
«I rifiuti organici – dicono dall’azienda – una volta raggiunti gli impianti (quello delle Cortine è temporaneamente chiuso per ristrutturazione ndr), vengono mescolati alle ramaglie e ai residui di potature. Il materiale così ottenuto viene successivamente depositato, in un ambiente chiuso, in grossi cumuli dove inizia il processo di compostaggio: nei cumuli si attiva infatti un processo naturale di trasformazione biochimica che viene accelerato rispetto ai normali tempi naturali grazie ad una insufflazione forzata di aria».
Dopo 30 giorni, il materiale organico viene trasferito dalla sezione di biossidazione a quella di maturazione dove continua la sua trasformazione per altri 60 giorni. «Al termine di questo periodo che dura in tutto 90 giorni – concludono – il compost passa alla raffinazione, l’ultima fase della lavorazione nella quale vengono prelevati eventuali materiali estranei ancora presenti». Il risultato è il Terra di Siena, un prodotto la cui qualità è certificata dal dal Consorzio Italiano Compostatori (CIC) che ne controlla i parametri con analisi bimestrali.