Viareggio – ICare, la società partecipata del comune di Viareggio, ha iniziato da anni un percorso di avvicinamento ai criteri di sostenibilità. Un lavoro fruttuoso, se si pensa che buona parte degli obiettivi contenuti nell’agenda 2030 dell’Onu sono già stati raggiunti dalla società. Che ha certificato nero su bianco sul suono nuovo bilancio sociale i conseguimenti ottenuti in tutti i campi che esulano dai freddi numeri.
«I numeri contenuti nei bilanci civilistici sono niente rispetto a quel che si fa quotidianamente per la città», ha spiegato il presidente Moreno Pagnini in sede di presentazione del terzo bilancio sociale di ICare, un documento che racconta i servizi erogati dalla partecipata del Comune e le ricadute positive sulla cittadinanza.
«La nostra attenzione per il bilancio sociale è molto più alta rispetto a quella per il bilancio ’economico’ – ha spiegato Pagnini –; ci aiuta a rappresentare la nostra mission e a far conoscere quel che facciamo tutti i giorni. E il resoconto delle nostre attività ci dà più soddisfazioni che leggere numeri ufficiali, anche se positivi». I vertici di ICare sono stati confermati per il prossimo triennio: ci sarà dunque la possibilità di continuare ad analizzare i trend già emersi con il triennio appena concluso.
«L’idea, per questa società, è di migliorare lo standing in città». I singoli aspetti del bilancio sociale sono stati rendicontati dagli attori protagonisti del lavoro ’sul campo’, ossia i coordinatori dei vari settori di cui si occupa ICare: Silvia Bertuccelli per gli affari legali e giuridici; Cristina Buontempi per l’amministrazione; Stefania Tori per servizi all’infanzia e refezione scolastica; Pietro Romani per il porto turistico; Michela Cordoni per la Rsa Tabarracci e i servizi sociali (assente Roberto Gabrielli, che si occupa dei servizi cimiteriali).
Tanti i dati positivi che emergono dalla relazione: dall’apporto di ICare al bilancio comunale (specialmente grazie al lavoro delle farmacie, che superano qualitativamente le loro omologhe dei capoluoghi toscani), ai risultati dell’adesione all’agenda 2030 dell’Onu, da cui si evince che ICare, con le sue azioni, ha già raggiunto 12 dei 17 obiettivi stabiliti.
E poi c’è il grande lavoro al fianco del volontariato cittadino, sviluppatosi soprattutto nel periodo del lockdown quando il 40 per cento delle associazioni erano a rischio chiusura: in quella fase, ICare ha ideato una partnership e si è fatta carico delle campagne informativa, delle raccolte di fondi e di volontari, pagando di tasca sua le attività promozionali: ancora nel 2021, ben 12 enti del terzo settore hanno aderito a quest’iniziativa.