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Home > Emilia Romagna > Modena: “Biomedicale, nuovi sensori per i macchinari salvavita”

Modena: “Biomedicale, nuovi sensori per i macchinari salvavita”

Le ultime frontiere del settore protagoniste a Expo Shomed

22 Ottobre 2022

Modena – Lo sviluppo di sensori a sostegno delle macchine al servizio del settore biomedicale, in cui l’intelligenza artificiale riesce a combinare i risultati e produrre nuove frontiere per la ricerca e una migliore qualità della vita. Sono alcuni dei temi che sono stati illustrati di recente nel corso della seconda e ultima giornata di B.T. Expo Shomed, l’evento dedicato al settore delle tecnologie biomedicali, ospitato dal polo fieristico di viale Virgilio a Modena.

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La manifestazione ha chiuso i battenti e si aggiorna al 2023 forte della fusione che si è creata tra i due principali eventi del territorio provinciale modenese legati al settore biomedicale e alla valorizzazione delle realtà di questo comparto, con un occhio particolare a quelle emiliane e del distretto di Mirandola. Nei due giorni sono arrivati oltre mille operatori da tutta Italia e dall’estero, in particolare da Germania, Gran Bretagna e Paesi Bassi, per entrare in contatto con le aziende presenti, i ricercatori, le start-up e tutti gli attori di un settore che, vale la pena ricordare, in Italia genera un mercato annuale di 16,2 miliardi di euro tra export e mercato interno, e conta 4.546 aziende, che occupano 112.534 dipendenti (fonte Confindustria Dispositivi Medici).

“Stiamo lavorando molto sullo sviluppo di sensori che servono le macchine che fanno circolazione extracorporea, prodotte dalle aziende del Distretto Biomedicale – spiega Alberto Ferrari, ricercatore del Dipartimento di Ingegneria ’Enzo Ferrari’ e responsabile del laboratorio Materiali Sensori e Sistemi del Tecnopolo di Mirandola – facciamo anche attività di verifica delle prestazioni metrologiche delle macchine che fanno terapie invasive e rischiose per il paziente, e che quindi richiedono la monitorizzazione di una serie di parametri fisiologici affinché non vi siano problemi legati al funzionamento della macchina e soprattutto alla vita del paziente. Inoltre, stiamo continuando ad avere linee di sviluppo legate al bioprinting”.

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