Reggio Emilia – Ben 11 autobus completamente elettrici entro il 2026, grazie ai fondi del Piano nazionale di ripresa resilienza. Ma almeno per i prossimi 1215 anni, la tecnologia preponderante nel trasporto pubblico di Reggio sarà l’alimentazione metano-ibrida, con una percentuale recuperabile attraverso il biogas.
E’ questa infatti la linea guida dell’amministrazione comunale per la rivoluzione ecologica degli autobus in città. Per comprendere la strategia, che coinvolge anche agenzia della mobilità e Seta, occorre partire dai dati attuali. Sul comune di Reggio, in questo momento viaggiano 25 minibù, 69 autobus urbani, 20 autobus suburbani e 15 autosnodati, per un totale di 129 mezzi a disposizione. Venendo all’alimentazione, il Gpl è stato abiurato, con gli ultimi mezzi in via di rottamazione (e con la produzione definitivamente accantonata). Il benzina è usato solo ed esclusivamente di supporto al metano, che rimane lo strumento principale per muovere i 129 autobus, mentre il diesel (seppur presente) è in netta diminuzione ed è destinato a scomparire.
Lo scorso settembre Seta, assieme al Comune, ha lanciato la prima fase della rivoluzione ecologica nel trasporto urbano. La flotta ha infatti visto l’arrivo di 30 nuovi autobus: 27 ad alimentazione ibrida-metano, ed altri 3 a diesel-metano. E i costi? Se per un mezzo a gasolio il prezzo di listino varia dai 220 ai 260mila euro, per l’ibrido-metano si sale a 288mila: una tecnologia che tutto sommato non prevede salassi eccessivi rispetto ai vecchi combustibili fossili.
Secondo il presidente di Seta, Alberto Nicolini, gli investimenti non si fermeranno qui, come annunciato all’inaugurazione di settembre: “Il nostro piano per il bacino provinciale di Reggio prevede l’acquisto di 102 nuovi autobus per un totale di 30 milioni di euro”. L’amministrazione ha poi fatto una ulteriore riflessione sulla specifica tecnologia ibrida-metano, che come detto sarà predominante. Secondo le stime condivise da Seta, i futuri mezzi includeranno biometano (derivante dal biogas) per una percentuale minima pari al 25%, ritenuto “un vettore energetico estremamente competitivo in ottica di contenimento delle emissioni clima-alteranti”. In ogni caso, con una tecnologia in enorme evoluzione, ci si aspetta anche un miglioramento sul motore elettrico, e non da meno sul possibile uso dell’idrogeno.
Proprio in quest’ottica il Comune ha partecipato al bando Pnrr per avere 11 nuovi autobus completamente elettrici ad andare al 2026. Il prezzo di listino in questo caso è ben più elevato: almeno 500mila euro per ogni mezzo, che richiederanno oltre 8 milioni di euro di fondi Pnrr. Oltre al risparmio sulle emissioni di polveri sottili, gli autobus dovranno avere specifiche caratteristiche: idonee attrezzature per l’accesso ed il trasporto di persone a mobilità ridotta, conta-passeggeri attivo indipendentemente dalla eventuale rilevazione con la validazione elettronica dei titoli di viaggio, dispositivi per la localizzazione, predisposizione per la validazione elettronica, videosorveglianza e dispositivi di protezione del conducente, sistemi di areazione e climatizzazione. Infine, in ottica di migliorare la sinergia tra alimentazioni disponibili e costi per sostenerle, il Comune si muove in due direzioni.
La prima, già inaugurata, è la nuova area di servizio a metano: capacità di stoccaggio di oltre 100mila litri per un investimento da 1 milione e 400mila euro. La seconda, che rappresenta una novità, è la realizzazione di un impianto fotovoltaico sui tetti del deposito Seta in via del Chionso, proprio in previsione della flotta elettrica che arriverà entro il 2026.