La città del futuro presente nell’immaginario comune è forse più vicina di quanto si pensi, e sta evolvendo fortemente, in termini di sviluppo e fornitura di servizi digitali avanzati: dai sensori per i parcheggi alle telecamere per il people counting, dai sistemi di illuminazione intelligente a sistemi di monitoraggio del traffico, dell’illuminazione e della qualità dell’aria.
Lo sviluppo delle smart cities in Italia è infatti a buon punto, soprattutto per i grandi comuni del Nord. Tuttavia, si delinea un quadro di luce e ombre: le risorse messe a disposizione dal Pnrr per la digitalizzazione sono sufficienti e gli obiettivi chiari, ma sono diverse le criticità rilevate, tra le quali la più decisiva è certamente la scarsità di competenze. Nella pubblica amministrazione anche locale c’è bisogno di tre azioni principali: procedere all’assunzione di personale con expertise più tecnica e specialistica rispetto a quella attuale, provvedere al reskilling e all’upskilling del personale attualmente in servizio e puntare alla collaborazione con le aziende attraverso forme di partenariato pubblico privato.
Sono questi alcuni dei temi che emergono dallo studio dal titolo “Smart Cities, a che punto siamo nel percorso verso città a prova di futuro” realizzato nell’ambito di Futur#Lab, il progetto promosso dall’Istituto per la Competitività (I-Com) e WINDTRE, in collaborazione con Join Group e con la partnership di Ericsson e Inwit. L’indagine è stata presentata a Roma nel corso della terza tavola rotonda di Futur#Lab alla quale hanno partecipato, oltre al presidente I-Com Stefano da Empoli e al direttore External Affairs and Sustainability di WINDTRE Roberto Basso, la partner di Join Group Alessandra Bucci, la vicepresidente di I-Com Silvia Compagnucci e il direttore dell’area digitale di I-Com Lorenzo Principali – che hanno illustrato la ricerca –, il presidente di Sapienza Innovazione e professore di meccanica applicata alle macchine della Sapienza Università di Roma Antonio Carcaterra, il professore di Diritto Costituzionale e Coordinatore Osservatorio
Smart City dell’Università Bocconi Giuseppe Franco Ferrari. Poi, l’Head of Marketing Business-to-Government di Enel X Italia Armando Fiumara, l’Head of Strategy, 5G for Industry and Mission Critical Networks di Ericsson Riccardo Mascolo, la Transformation & Development Office Director di Windtre Stefania Matrone, l’External Relations, Communication & Sustainability Director di Inwit Michelangelo Suigo, l’assessore all’Agenda digitale e uso civico dei dati del Comune di Bologna Massimo Bugani, il vicesindaco e assessore alla Trasformazione Digitale e ai Servizi Civici del Comune di Bari Eugenio Di Sciascio, l’assessora alla Transizione ecologica e digitale, innovazione, ambiente, mobilità e trasporti del Comune di Torino Chiara Foglietta e il capo di gabinetto del sindaco del Comune di Milano Mario Vanni.
I-Com ha condotto un’analisi qualitativa sullo stato dell’arte delle iniziative messe in campo dai principali comuni capoluogo delle città metropolitane italiane.
Nello specifico sono state interpellate le 14 città metropolitane italiane e relativi comuni, fra cui il Comune di Milano, di Genova, di Firenze e di Venezia. Nella Penisola, i servizi di livello avanzato sono offerti prevalentemente nei Comuni del Nord, con Cremona al vertice della classifica. Molto più basso, e talvolta nullo, il numero di servizi di livello intermedio o elevato resi disponibili da quelli del Sud e delle Isole. In generale, la diffusione di servizi online con livello elevato di digitalizzazione è più alta nei capoluoghi metropolitani rispetto ai capoluoghi di provincia: Venezia, Milano, Genova, Roma e Bari offrono insieme oltre la metà dei servizi di livello elevato (elaborazioni I-Com su dati Istat).