Monza – La Brianza guida il cammino verso l’indipendenza energetica e la sostenibilità. Lo fa sostenendo (economicamente) un piano che porta alla decarbonizzazione, all’efficientamento energetico e alla riduzione delle emissioni inquinanti, temi peraltro in primo piano nelle agende di Governo ormai da tempo.
L’impennata dei costi delle materie prime degli ultimi mesi ha enfatizzato l’urgenza della transizione energetica e ha reso ancor più evidente la necessità di produrre energia pulita e di ridurre la dipendenza dall’estero. Di grande attualità, in questo senso, diventano le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) che assumono una nuova rilevanza, non soltanto come un’opportunità di produzione decentrata e di autoconsumo di energia da fonti alternative, ma anche come una concreta soluzione per contenere i costi energetici.
È in questo contesto che si inserisce l’impegno di Fondazione Cariplo nella promozione di una transizione energetica equa verso le fonti rinnovabili attraverso appunto la nascita e la diffusione di Comunità energetiche rinnovabili. Il bando Alternative (consultabile sul sito di Fondazione Cariplo; i progetti dovranno pervenire entro il 21 luglio, esclusivamente online attraverso il sistema informatico della Fondazione Cariplo) si rivolge ad amministrazioni, enti pubblici e privati non profit e mette a disposizione un budget complessivo di 1.500.000 euro.
“La transizione energetica è una sfida sempre più urgente che può essere affrontata solo insieme – chiarisce Giovanni Fosti, presidente di Fondazione Cariplo –. Le Comunità energetiche rinnovabili sono un modello innovativo di produzione energetica che offre un grande impulso alla sperimentazione di produzione di energia da fonti alternative al fossile, attraverso un metodo fatto di collaborazione e condivisione. Per Fondazione Cariplo è cruciale investire sullo sviluppo di iniziative capaci di tenere insieme dimensione sociale, economica e ambientale: in questo senso le Comunità energetiche rinnovabili favoriscono aggregazione delle comunità, sviluppo economico locale e contrasto alla povertà energetica”.
L’elemento solidale è, infatti, una delle peculiarità di queste comunità che si contraddistinguono per l’opportunità che offrono ai cittadini e alle istituzioni di essere protagonisti del cambiamento, investendoli della possibilità di utilizzare la generazione e la condivisione di energia rinnovabile per la riduzione delle emissioni climalteranti, come strumento di democrazia energetica e come esempio virtuoso di uno sviluppo basato sulla cooperazione piuttosto che sulla competizione.
Ad oggi la diffusione delle Comunità energetiche rinnovabili è, tuttavia, ancora fortemente limitata dalla mancanza di competenze specialistiche, tecniche, amministrative, legali ed economico-finanziarie da parte degli attori che intendono avviarle.
Un piano per le imprese
La prima idea è di riuscire a realizzare ‘tetti fotovoltaici’ per produrre energia elettrica con cui illuminare le strade, gli uffici pubblici, i campi sportivi. Sfruttando non soltanto gli edifici comunali o provinciali, ma anche le coperture, ad esempio, dei parcheggi interrati. Ma le potenzialità delle Comunità energetiche sono molteplici.
Ecco perché la Provincia, insieme con la cooperativa “ènostra” ha avviato un piano specifico rivolto alle piccole e medie imprese del territorio per avviare progetti di produzione, autoconsumo collettivo e individuale attraverso la costituzione di comunità energetiche rinnovabili.
In campo Camera di commercio, Assimpredil ANCE, Assolombarda, Confimi, Confagricoltura e Confesercenti, Confcooperative, Confartigianato, API, oltre agli Ordini professionali (architetti, ingegneri, geometri) e a rappresentanti delle associazioni ambientaliste e del credito. Obiettivo: cogliere l’opportunità di condividere l’energia, adottando questo nuovo strumento per far fronte al caro bolletta e per rispettare l’ambiente.