Mantova – In tempi cupi per elettricità e gas una Cenerentola dell’energia come l’idrogeno può ambire a un futuro più roseo. Legato a sinistre memorie bellico-nucleari, l’idrogeno oggi soddisfa solo l’1,8% del fabbisogno energetico europeo, ma la Ue ha programmato di salire al 25% entro il 2050, nell’ambito della transizione da fonti fossili e non fossili all’energia pulita. È in questo quadro che si inseriscono i progetti di Hydrogen Valley lanciati nella provincia di Mantova.
La ‘fame’ di idrogeno è destinata a crescere e la città dei Gonzaga può contribuire a soddisfarla partendo da una una tradizione centenaria, quella della Sapio, azienda chiave nella produzione di idrogeno, appunto, che da un secolo ha i propri impianti nevralgici sulle rive dei laghi mantovani. La storia, però, è solo il punto di partenza di un nuovo polo lombardo di energia alternativa (poli dell’idrogeno sono in catiere a Malpensa e in Valcamonica) +, contando sull’aiuto dei fondi europei. L’iniziativa è partita da ‘Agire’ (Agenzia per la gestione intelligente delle risorse energetiche), organismo della Provincia, che, constatato il ritardo nell’implementazione dei fondi destinati all’idrogeno dal Pnrr, si è mossa per far partire altri canali di finanziamento.
Ma perché l’idrogeno? E perché ricavarlo da altre fonti energetiche più o meno rinnovabili? Alle domande del profano risponde Francesco Dugoni, direttore di ‘Agire’: «In sintesi, l’idrogeno può essere prodotto dal metano ma anche da rinnovabili come sole, vento, biogas. Che però non sono né costanti né facilmente conservabili. L’idrogeno invece sì».
Inoltre un’ottimizzazione della produzione risponde ai criteri di sostenibilità che l’intero continente europeo persegue. Produrre più idrogeno, accumularlo nei depositi e poi distribuirlo richiede impianti e infrastrutture che non ci sono. Sapio e i suoi partner si sono già mossi e si prevede che nel Mantovano investiranno 50 milioni. La parte pubblica vuole fare la sua parte. E così e nata la candidatura del programma ‘Mantua Hydrogen and shipping’ ai fondi europei del programma ‘Interregional Innovation Investiments’, con l’obiettivo di ottenere 5-6 milioni di euro. A cui dovrebbero aggiungersi altri 8 milioni attesi dalla candidatura al progetto UE Horizon per l’innovazione tecnologica.
Il progetto complessivo pubblico-privato delineato per l’Hydrogen Valley mantovana prevede oltre ai nuovi impianti di produzione, una pipeline per la distribuzione. La squadra messa insieme per la candidatura pubblico-privata è numerosa: c’è la Provincia (capofila) con Agire, e poi Sapio, Renovo, numerosi altri partner privati, oltre alle università di Modena e Reggio Emilia, del Sannio e del Molise, al Cnr-istituto di inquinamento atmosferico e l’European federation of inland ports. La presenza dell’università è particolarmente significativa per i promotori mantovani: «È il segnale inequivocabile che questo progetto punta sulla ricerca. E non è un caso che proprio il Politecnico di Milano abbia annunciato pochi giorni fa la creazione, proprio a Mantova, della facoltà di Chimica verde». Da essa potranno uscire i nuovi tecnici della Hydrogen Valley.