Piagge (Pesaro e Urbino) – Aprirsi ai mercati mondiali con la forza della natura, riconvertendo la propria azienda oltre il biologico. E’ l’impresa dell’azienda Guerrieri che ha appena concluso una straordinaria esperienza con le università di Urbino e Villanova (USA), per capire la quale occorre fare qualche premessa.
L’azienda agricola, originaria del 1800, ha solo collaboratori fissi, non stagionali, alcuni da due o tre generazioni, fra cui laureati e diplomati dell’istituto agrario Cecchi di Pesaro con cui c’è un collegamento diretto. “Non siamo biologici ma convenzionali – spiega Luca Guerrieri – ma abbiamo un’attenzione per la natura maniacale. La burocrazia del bio è assurda, ma in azienda utilizziamo tutte le pratiche del biologico, alternando le colture”.
Non solo: “Tutta l’energia che utilizziamo nella cantina e negli ambienti è solo da fotovoltaico sui tetti, nel rispetto del suolo. Inoltre il 95 per cento di quello che produciamo deriva dalla nostra terra”. Un’azienda che da Piagge, con la cura di Maria Giulia e Alberto Guerrieri, esporta in più di trenta Paesi e sulla quale ventisei studenti americani del Villanova University School of Business e l’Università di Urbino (Dipartimento di Scienze della Comunicazione) hanno realizzato un concreto piano di azione per la diffusione dei vini nel mercato USA. Gli studenti, dopo la lezione di Alberto Guerrieri su valori, tradizione, filosofia, processi produttivi e attività commerciali dell’azienda, hanno realizzato strategie e piani di sviluppo nel mercato americano.
“In particolare – spiega Luca Guerrieri – grazie ai docenti Barbara Francioni (Università di Urbino) e Ward Utter (Villanova School of Business), gli studenti hanno analizzato le criticità e le opportunità del mercato americano, i punti di forza e di debolezza dell’azienda Guerrieri, la definizione dell’area specifica di mercato sul quale inizialmente concentrarsi, la segmentazione della clientela e il nostro posizionamento rispetto alla concorrenza, per poi passare all’analisi delle politiche operative, quali prodotto, prezzo, promozione e distribuzione. Tra le tematiche affrontate è emersa, la difficoltà di commercializzare vini di un territorio ancora non conosciuto alla maggior parte dei consumatori americani ma allo stesso tempo l’incredibile potenzialità dei prodotti della nostra provincia considerando l’altissima qualità raggiunta e ancor più se abbinati ai valori culturali, storici, paesaggistici del nostro territorio”.
Il progetto, che utilizza le forme e gli strumenti più moderni di comunicazione specialmente rivolta verso un target di nuovi consumatori in un mercato in continua trasformazione, dimostra, conclude Guerrieri “come si possa coniugare la tradizione con l’innovazione, le aziende produttive con le Università realizzando un piano di azione dove i valori del nostro territorio diventano colonne portanti per la conquista di mercati internazionali”.