Si fa un gran parlare di smart city, di città del futuro dove grazie all’utilizzo delle tecnologie digitali si potrà raggiungere un miglioramento delle infrastrutture e dei servizi. Gli amministratori locali sono alle prese con questi progetti ormai da tempo ma ora hanno un supporto anche maggiore che può arrivare dai fondi del Pnrr, Ascoli può contare anche su quelli della ricostruzione post sisma, da un lato un problema perché comunque c’è da ricostruire, dall’altro una opportunità per ricostruire e meglio.
Sindaco Marco Fioravanti, quale sarà, allora, l’Ascoli del futuro?
«L’Ascoli del futuro è quella che abbiamo pensato all’interno del dossier a capitale della cultura Ascoli&Piceno 2030: si tratta di un’analisi del nostro territorio sia economica che estetica cavalcando il progresso innovativo e tecnologico. Il Comune si è affidato alle due Università del territorio, l’Unicam e la Politecnica delle Marche, la prima lavora sull’analisi architettonica di come la città è come può, invece, diventare domani. L’altra ci ha già fornito i dati dell’analisi economica attuale e di ciò che si può sviluppare a livello economico e produttivo in futuro».
Digitale, cultura ed economia, quindi saranno le basi da cui si partirà?
«Sì, abbiamo previsto una piattaforma che si chiama Phygital (un nome che ricomprende, appunto, fisico e digitale ), che da una parte renderà i cittadini protagonisti nel processo di trasformazione e dall’altra costruirà a livello sartoriale un’esperienza per il potenziale turista».
In che senso?
«Attraverso la piattaforma si potranno visitare i nostri luoghi tipici anche virtualmente e in base alle condizioni atmosferiche e al tempo di fila nei musei. Questo ci consente di aumentare l’accoglienza, non solo per il cittadino ma anche per il turista. Il nostro partner è Wind 3 che ci accompagna in questo modello di trasformazione digitale. Un progetto importante, primo in Italia, è quello per il Fondo Cultura da 1 milione di euro per digitale e intelligenza artificiale del patrimonio artistico. Ad esempio Palazzo dei Capitani con lo smartphone si potrà visitare dall’esterno, ma così si potrà visitare Ascoli si virtualmente che in presenza».
Quali sono gli altri progetti volti a migliorare la vita di un cittadino di Ascoli?
«Abbiamo il Pinqua, progetto da 75 milioni di euro, che prevde innovazione e qualità dell’abitare: vogliamo trasformare dei contenitori comunali, quali per esempio l’interno di palazzo Cornacchietto, l’ex convento San Domenico, la caserma Vecchi, il palazzo dell’anagrafe in via Giusti, in alloggi a basso costo con nuova tecnologia anche a livello di logistica per la sicureza di chi li abita. Poi c’è in programma l’acquisizione di palazzo Saladini Pilastri, il restauro e la realizzazione di un albergo etico con annesso giardino pubblico di 2 ettari all’interno e il rifacimento di piazza San Tommaso, di recente salita alla ribalta delle cronache per il ritrovamento dei numerosi palloni anche storici».
Cosa s’intende per albergo etico?
«Un posto che potrà accogliere ragazzi con disabilità con l’abbattimento delle barriere architettoniche. Sempre all’interno del progetto è previsto un centro commerciale naturale attraverso piattaforma digitale con al centro proprio palazzo Saladini, coinvolgerà tutte le attività del centro con un’offerta omogenea commerciale all’interno della città storica. Previsto anche il miglioramento della rete wi-fi».
A proposito di infrastrutture digitali, la collaborazione con Wind 3 non toccherà solo questi progetti…
«Infatti no, pensiamo alla connessione digitale del borgo di castel trosino, ma pure degli edifici per migliorare la qualità dei cittadini, poi installeremo semafori intelligenti e nel piano di sistemazione ambientale con i fondi del Pnrr ai cassonetti intelligenti».
Ecco, parliamo di rifiuti…
«Lavoriamo alla raccolta differenziata spinta e ai cassonetti intelligenti ma pure alla igitalizzazione delle schede per incentivare la differenziata. E poi c’è l’intenzione di attivare il biodigestore a Relluce, che ci consentirà di migliorare la trasformazione del rifiuto e produrre metano attivo dal rifiuto stesso».
Il progetto rientra però in una ipotesi di cittadella dell’ambiente?
«Sì, un polo ambiente, quindi anche fabbrica di materiali, quindi riutilizzo e recupero, una parte sarà dedicata alla didattica con la scuola agraria, una sorta di labirinto per incentivare la sensibilità ambientale e stiamo coinvolgendo anche l’Università politecnica delle Marche, una parte vorremmo fosse dedicata alla ricerca di sistemi di trasformazione ecologica e poi… l’arte. Una parte sarà dedicata a vari artisti internazionali che verranno ad esporre sculture realizzate con con oggetti presenti in discarica. Questo progetto è stato sposato da un artista internazionale, ma il nome lo annunceremo solo nelle prossime settimane. Per chidere, non potrà mancare un parco in questa cittadella dell’ambiente. C’è anche l’impianto fotovoltaico per il recupero dell’energia, stiamo aspettando il bando per lavorare sulle comunità energetiche per recuperare energia e rivenderla».
Ambiente, cultura, arte, energia, ma una smart city si muove anche sul fronte dei trasporti…
«Abbiamo un’azienda di trasporto locale, con la Start si sta già ragionando sulla sostituzione dei bus con quelli elettrici, anche lì aspettiamo i bandi del Pnrr».
Sul fronte dell’illuminazione pubblica, come si sta muovendo l’Amministrazione?
«Abbiamo sostituito tutti i vecchi impianti con i led, così siamo riusciti a contenere anche l’aumento dei costi. Incrementeremo l’illuminazione, sempre a led, nelle aree più buie, come in viale Marconi e Erasmo Mari».
Quindi come descriverebbe l’Ascoli del futuro?
«Sarà una città conosciuta in tutto il mondo attraverso la promozione digitale, accogliente e accessibile a tutti. Dopo il sisma la nostra sarà una rinascita in digitale».