Sarzana – Dalla forza dell’acqua si può produrre energia ed è un principio sfruttato da secoli, fino alla trasformazione in energia elettrica. Ma produrre corrente sfruttando gli specchi d’acqua ‘immobili’ è un’idea davvero singolare che però potrebbe trovare a breve una piena realizzazione grazie ai progetti che sta portando avanti il Consorzio di bonifica e irrigazione del Canale lunense. Come?
Pannelli fotovoltaici flottanti sopra il bacino idrico che permetterebbero inoltre di non consumare suolo. Un’innovazione che nel centenario di vita del Canale Lunense rinnova la grande capacità di questa struttura nata proprio per dare energia e che oggi studia nuove proposte per migliorare ancora. Questo il concetto principale ma a spiegare i dettagli è il direttore di Anbi Liguria Corrado Cozzani.
«Cento anni fa si pensava a come sfruttare il canale per creare energia elettrica e oggi, nel momento in cui la transizione ecologica sta trovando un pieno sviluppo, lavoriamo per trovare soluzioni alternative» racconta Cozzani partendo da quella che è la realtà: «Oggi siamo già presenti con una centrale idroelettrica ma stiamo ragionando sulla produzione di energia fotovoltaica che vogliamo portare avanti su due direttrici. La prima è sfruttando le strutture consortili, gli edifici su cui collocare i pannelli. La seconda è quella di utilizzare i bacini, gli specchi d’acqua, così da non consumare territorio. Noi abbiamo due idrovore in servizio, a Marinella e Luni, e un bacino di carico della centrale idroelettrica dove si produce energia tramite il sistema tradizionale della forza motrice dell’acqua. Questi tre bacini possono essere sfruttati per collocare sopra dei pannelli flottanti che catturino l’energia solare».
Un’idea davvero a impatto quasi zero perché anche il consumo di suolo sarebbe ridotto al minimo. «Abbiamo avuto una lunga evoluzione come Consorzio – prosegue il direttore – e i costi energetici sono sicuramente aumentati. Quando entrerà in funzione la nuova idrovora in sostituzione di quella vecchia di Marinella aumenteremo la potenza di quattro volte rispetto all’attuale, ma ovviamente anche i costi elettrici, quindi abbiamo bisogno di trovare fonti alternative per evitare che i costi si abbattano sulla comunità».
La progettazione dei pannelli è in fase preliminare e si stanno calibrando studi e strategie. Ma non è l’unica novità. «Proprio questo mese avremo un incontro con gli imprenditori agricoli per iniziare a valutare l’ipotesi di costituire una comunità energetica dove andiamo a scambiarci energia fra produttori e consumatori così da sfruttare al massimo le potenzialità del territorio – continua Cozzani -. Una soluzione sostenuta da Governo, Regione e Comunità Europea e contiamo di organizzare il primo incontro entro fine mese per avviare il processo e trovare delle possibili sinergie e ottimizzazioni energetiche».
Infine l’ultima ipotesi al vaglio riguarda quello delle biomasse che consentirebbe di realizzare una vera economia circolare del Consorzio, obiettivo al quale si guarda da tempo: «Produzione delle biomasse dai residui degli sfalci da riutilizzare per produrre energia termica. Vogliamo sfruttare il più possibile quel che abbiamo – conclude il direttore –: Acqua per irrigazione e produzione di energia elettrica, specchi di acqua da sfruttare con pannelli fotovoltaici flottanti e nel frattempo riutilizzare sfalci per chiudere il ciclo».
Un ente economico di diritto pubblico
Il Consorzio di bonifica e irrigazione Canale Lunense è un ente economico di diritto pubblico, privo di scopo di lucro, che coordina ed esegue interventi nel settore delle opere idrauliche e dell’irrigazione. Fa parte degli enti strumentali della Regione Liguria e conta oltre 15mila consorziati. Il comprensorio, oltre 4mila ettari distribuiti su due province (La Spezia e Massa Carrara) e 11 comuni, è esteso in Val di Magra (Santo Stefano Magra, Vezzano Ligure, Sarzana, Arcola, Ameglia, Castelnuovo Magra, Luni) e parzialmente ad Aulla, Lerici e Fosdinovo, oltre in una piccola porzione di Carrara.
Il Consorzio Canale Lunense opera nella difesa idraulica e bonifica per garantire una maggiore sicurezza dai rischi di allagamenti, nella gestione della risorsa idrica in agricoltura e quindi in usi diversi da quelli previsti per il servizio idrico integrato e opera nella difesa e valorizzazione dell’ambiente e del territorio. Controlla la funzionalità dei corsi d’acqua di competenza all’interno del comprensorio (circa 90 chilometri di canali), e ne esegue, con propri mezzi e personale, la manutenzione ordinaria. Gestisce 2 impianti idrovori a Luni e Marinella. Assicura azioni di pronto intervento idraulico durante le calamità. Esegue e progetta, nuove opere di bonifica finalizzate alla difesa del suolo.