Bagno a Ripoli (Firenze) – Dagli otto hub di interscambio ad una rete di piste ciclabile sempre più estesa. Dalla necessità di investire per nuovi mezzi tecnologici ad un cambio di mentalità.
Francesco Casini, sindaco di Bagno a Ripoli e delegato per la mobilità della Città metropolitana di Firenze, ha le idee chiare su come gestire il breve-medio periodo. Gli hub di interscambio possono risolvere i problemi di traffico?
«Magari non saranno la soluzione a tutto, ma di certo daranno solo benefici. Sono in corso di progettazione, alcuni in fase avanzata, hub a Calenzano, Montelupo Fiorentino, Bagno a Ripoli, Pontassieve, Empoli, Castelfiorentino e San Piero a Sieve».
E poi esiste la mobilità ciclabile.
«Altro aspetto fondamentale, su cui ci sono investimenti importanti da parte della Città metropolitana. Tra i progetti ci sono la Superpista Prato-Firenze, la ciclopista dell’Arno, e quelle dell’Empolese-Valdelsa. La bicicletta è un mezzo sostenibile, ecologico, usiamola di più».
Cosa pensa del trasporto pubblico locale su gomma, nel mirino, negli ultimi tempi, per i ritardi e i disservizi?
«Sicuramente da Autolinee Toscane ci attendiamo un miglioramento del servizio, saranno assunte molte altre persone e questo porterà benefici a livello organizzativo e di servizio all’utenza. Se in questo periodo riusciamo a migliorare la situazione mese dopo mese, possiamo andare lontano. La Città metropolitana è poi depositaria di un finanziamento di 40 milioni di euro da qui al 2030 per il rinnovo del parco mezzi: si tratta di una bella opportunità, anche verso quelle aree dove non sono previsti investimenti sul ferro».
Naturalmente ci sono le tramvie.
«Che hanno rivoluzionato in positivo la mobilità e lo faranno nei prossimi anni, con le nuove linee. La Città metropolitana di Firenze conta un milione di abitanti: perché tutto funzioni ci deve essere un’unione perfetta tra i tanti mezzi a disposizione. Tutti aspetti di un piano che deve essere omogeneo. Da quella base poi si crea la cultura della mobilità».
Che intende?
«Non puoi dire alle persone di prendere i mezzi, di usare mobilità alternative se le cose non funzionano. Prima devi cercare di far funzionare tutto al meglio, devi dare offerte alle persone per evitare che esse prendano l’auto. Dopo si può lavorare sulla cultura del trasporto pubblico, della mobilità. E anche le istituzioni hanno un ruolo centrale, mettendo a punto un sistema di trasporto che sia in grado di essere affidabile per il cittadino: affidabilità è proprio il concetto chiave, la cultura si crea anche da lì»
E poi.
«E poi usiamo al meglio la tecnologia, con app che segnalano il traffico in tempo reale, eventuali incidenti. Così le persone potranno scegliere il percorso migliore, a seconda del momento».