Arezzo – Parola d’ordine «Startup». Sono quelle realtà imprenditoriali che si trovano nella loro fase iniziale, ma che già si distinguono per gli obiettivi perseguiti: il desiderio di creare e sviluppare un prodotto o servizio innovativo, utili a risolvere un problema o a rispondere ad un’esigenza non ancora soddisfatta.
Secondo i dati forniti dalla Camera di Commercio ad Arezzo sono 45 le startup aretine, 32 delle quali sono nate dal 2020 in poi in piena pandemia, 6 hanno visto la luce quest’anno. Ma nel nostro registro imprese esistono anche 12 pmi considerate innovative. Tra le startup ci sono soprattutto società di consulenza informatica, produzione di software, sviluppo ma anche ricerca scientifica, in gran parte nate in pieno lockdown. Come mai? Hanno risposto alla chiamata dell’online che è esplosa con la pandemia e le chiusure.
«Moltissime aziende si sono convertite al commercio online e alle app di consegna – spiega il segretario della Camera di Commercio Arezzo-Siena Marco Randellini – durante la pandemia si è incrementato ed è esploso tutto ciò che ruota intorno al digitale con il commercio online che ha registrato un boom. In questo senso abbiamo fatto passi da gigante in un settore che altrimenti avrebbe visto anni prima di arrivare dove siamo oggi. L’emergenza sanitaria e le necessità imposte dalla pandemia hanno creato di fatto uno stimolo per superare quel digital divide esistente e tutte le difficoltà legate all’uso di strumenti digitali».
In città e provincia sono nate startup legate non solo alla consulenza informatica e alla produzione di software, ma anche alla ricerca scientifica.
«Fondamentale anche la ricerca per trovare strumenti innovativi, così il periodo del Covid ha stimolato la creatività e l’innovazione in generale – continua Randellini – molte aziende legate solo al manifatturiero sono state convertite ad attività commerciali e di produzione di innovazione di prodotti di processo. Così se la pandemia ha significato emergenza sanitaria e lockdown, ha avuto anche un effetto positivo: ha velocizzato processi e grazie al bisogno, ha creato la messa a punto di tanti strumenti».
Sono nate app per il cibo, monitor e commercio online a cui si sono convertiti negozi e aziende della provincia che prima non avevano questa vocazione. «L’idea di creare una app particolare che ci monitori, di un’applicazione per il commercio online o per il cibo a domicilio – prosegue il segretario della Camera di Commercio Arezzo-Siena – sono frutto della creatività legata soprattutto ai giovani, progetti spesso spin off universitari che vengono a fare ricerca applicata. I giovani ricercatori usciti dalle università con idee innovative hanno sperimentato e continuano a farlo i loro progetti».
Ma come nasce una startup? Si tratta di società a zero costi e burocrazia . «Le startup si aprono senza costi particolari, hanno esenzione per 5 anni da bolli e tasse e garantiscono un’apertura facile e semplificata senza burocrazia – ricorda Randellini – una formula più appetibile per un giovane con una buona idea innovativa, sia di prodotto che di processo, in particolare nel settore di servizi».
In città esistono anche 12 piccole e medie imprese considerate innovative, dentro i settori più diversi, cosa caratterizza queste pmi? «Anche piccole e medie aziende legate alle innovazioni, possono fruire dei vantaggi di semplificazione, anche fiscali delle startup – dice Randellini – una sorta di evoluzione delle star tup, l’attività deve creare un nuovo tipo di processo o prodotto altamente innovativo. Si tratta di società vere e proprie iscritte nella sezione speciale del registro imprese».