Cesena – Come giudica la politica cesenate il rapporto tra le istituzioni e la comunità nell’ottica della spinta alla centralità del capitale umano e alla valorizzazione delle risorse ambientali e del bene pubblico? La partecipazione civica è promessa in modo trasparente?
“Il punto nodale – osserva Antonella Celletti della Lega – è collegare le enunciazioni di principio con la loro effettiva messa in pratica che presuppone, tra l’altro, modalità operative efficaci, ottima qualità delle risorse umane che operano nell’ambito dell’amministrazione, volontà concreta di coinvolgimento delle realtà territoriali. Non è credibile che le capacità e le potenzialità tecnologiche possano da sole migliorare e rendere più efficienti ed efficaci i servizi che l’amministrazione deve fornire, né facilitare l’interazione con gli amministrati. Né è pensabile che la nostra popolazione possa improvvisamente trasformarsi in ‘smart people’, ovvero in individui dotati di competenze, di capacità interrelazionali, di spazi e tempi adeguati a diventare attori delle politiche pubbliche insieme ad amministrazioni che, sulla carta, puntano alla ‘partecipazione’ dei cittadini, ma, nella pratica, non la rendono effettivamente possibile. Al di là degli enfatici pronunciamenti delle varie istituzioni, siamo ancora molto lontani da questo scenario”.
Andrea Rossi di Cambiamo rilancia: “Quello della smart-governance è un tema complesso perché le città non diventano ‘intelligenti’ grazie all’implementazione di sensori, reti e applicazioni, ma solo quando si cristallizza una sintonia armonica tra la comunità e quel modello di governance. Per questo, la partecipazione, partecipazione reale e non propaganda, diventa lo snodo più importante, e forse uno dei più critici per la nostra esperienza locale. Contro i limiti della centralità dello Stato, i processi decisionali devono partire dal basso, coinvolgendo cittadini, imprese, università, centri di ricerca, associazioni ed altri portatori di interesse. Piattaforme per le politiche attive di partecipazione dei cittadini diventano fondamenti per trasformare bisogni concreti in soluzioni condivise. In questo senso è centrale anche il tema della trasparenza, creando cruscotti urbani e indicatori sui progetti”.
Cesena Siamo Noi, per voce di Vittorio Valletta, cita tre esempi concreti: “Partiamo dal bilancio partecipato, che rende i cittadini protagonisti nelle spese dei soldi pubblici. Abbiamo inserito nel nuovo regolamento dei quartieri due elenchi di spesa in cui i consiglieri, coinvolgendo gli abitanti, individuano gli interventi con criteri di priorità. Altro tema è quello dei Patti di Collaborazione tra cittadino ed Amministrazione, un modo per dare la possibilità di occuparsi direttamente dello spazio pubblico e di aumentare la sua coscienza civica. Per questo motivo abbiamo fatto approvare a Cesena la loro istituzione e chiediamo che venga definito il regolamento esecutivo. Il terzo tema fondamentale è il coinvolgimento dei giovani e giovanissimi alla vita politica della città: dal consiglio comunale dei giovani al voto ai sedicenni, passando per il loro coinvolgimento nella progettazione degli spazi verdi e nelle aree sportive.I cittadini non vogliono delegare le amministrazioni limitandosi a votare ogni 5 anni, vogliono essere protagonisti”.
L’analisi della coordinatrice provinciale di Fratelli d’Italia Alice Buonguerrieri è molto critica: “Quanto ai concetti richiamati di centralità del capitale umano, delle risorse ambientali, delle relazioni, dei beni della comunità e della partecipazione civica, la sinistra, sia a livello nazionale sia locale, ha fallito. A livello locale in particolare le battaglie ideologizzate, la scarsa valorizzazione del patrimonio pubblico, la banalizzazione del fattore criminalità, le miopi politiche economiche ed urbanistiche che hanno, per esempio, svuotato il centro storico, impediscono una politica di sviluppo, inclusiva e partecipativa, che si richiama a modello. Serve un cambio di passo, la partecipazione, il dialogo e il coinvolgimento di più soggetti nel processo decisionale e attuativo, elementi integranti il concetto di ‘Smart Governance’, sono condivisibili quando ciò si traduce in trasparenza e sburocratizzazione delle procedure, ma non in deresponsabilizzazione del ruolo di amministratore o governante e in assenza di visione politica”.
Chiude il cerchio Lorenzo Plumari del Pd: “A Cesena stiamo cercando di trasformare le difficoltà dettate da una pandemia globale e dalla lunga stagione di crisi economica che l’ha preceduta, in un’opportunità di cambiamento del modello di pubblica amministrazione che faccia leva su un’idea di partecipazione innovativa per il nostro contesto. Il punto è considerare il cittadino non più come soggetto destinatario delle decisioni prese dall’amministrazione comunale ma come soggetto che collabora con l’ente, a partire dalla progettazione, che si trasforma in co-progettazione (come è accaduto per la riqualificazione ex Roverella). Il finanziamento dell’intervento, si trasforma in co-finanziamento pubblico-privato (riqualificazione del percorso delle Scalette) e la produzione del servizio, che si trasforma in co-produzione (Green City Cesena) chiudono il cerchio. Ora, dopo due anni di sperimentazione, abbiamo approvato in Consiglio Comunale quella che è la cornice di carattere strutturale-giuridico che abbiamo voluto dare a questa nuova idea di gestione del settore pubblico: il codice della partecipazione”.