Cesena – «Il futuro è segnato, la via dell’innovazione delle imprese deve passare dall’apporto che le tecnologie sono in grado di garantire a ogni comparto, a partire da quelli più legati alla tradizione come il turismo, l’agricoltura e il commercio che nel nostro territorio rappresentano la fetta più importante delle realtà imprenditoriali». E’ l’analisi con la quale il presidente della Camera di Commercio di Forlì – Cesena e Rimini Carlo Battistini delinea il quadro dell’economia di casa nostra, giocoforza destinata a diventare sempre più ‘smart’.
Battistini, come si stanno adeguando le imprese locali alle sfide del mercato?
«In certi comparti i cambiamenti sono più lenti, perché per tanto tempo si è proceduto secondo modelli consolidati e che continuavano a pagare. Non è più così, perché l’innovazione tecnologica sta cambiando ogni settore. Apportando valore aggiunto non solo a un comparto, ma piuttosto all’intera comunità. Il propulsore di questa spinta viene ovviamente dai giovani, la ‘Generazione Z’ cresciuta nelle nostre università e con un occhio radicalmente diverso rivolto al mondo del lavoro».
Il futuro è loro.
«Certo, ma questo non significa che i veterani abbiano fatto il loro tempo: uno degli aspetti migliori della ‘smart economy’ è il fatto che è pensata per essere a misura di tutti. I numeri dicono che il messaggio sta diventando sempre più chiaro».
Quali numeri?
«Nel territorio di Forlì Cesena e Rimini contiamo circa 500 aziende anche si occupano esclusivamente di e-commerce e il dato cresce costantemente, anche perché a livello nazionale le vendite online si quantificano in un monte di 39,4 miliardi di euro all’anno. La torta è enorme e dal modo in cui verrà spartita dipenderà il futuro di tante imprese».
A cosa si applica la smart economy?
«A tutto. Guardo per esempio a casa nostra: la Camera di Commercio è nota per profondere dati per contestualizzare le condizioni nelle quali operano le attività economiche. Il lavoro è sempre stato apprezzato, ma non basta più. Servono nuovi algoritmi e nuovi approcci in grado di dare sempre più risposte, sempre più dettagliate. E ancora siamo all’inizio».
Che altro?
«Insisto, ogni cosa. Sul serio. Pensate agli strumenti collocati nelle strade dalle pubbliche amministrazioni per rilevare il flusso del traffico. Sono superati. Bisogna lavorare su sensori più innovativi, in grado di rilevare – nel rispetto della privacy di tutti – un numero più ampio di dati che vadano ben oltre il solo numero assoluto di veicoli in transito. Detto dell’e-commerce, a ruota vengono l’agricoltura e il turismo, che stanno cambiando e continueranno a farlo sempre più velocemente e grazie ad approcci impensabili fino a qualche tempo fa».