Massimo Bugani, assessore all’agenda digitale del Comune di Bologna, guarda con fiducia alle opportunità che possono scaturire da un percorso virtuoso legato all’innovazione tecnologica.
Assessore, la transizione digitale e quella ecologica possono andare avanti di pari passo?
«Assolutamente sì. È un concetto che punto spesso a sottolineare: non ci si può muovere verso una transizione ecologica reale senza fare leva sulla digitalizzazione. L’innovazione tecnologica deve infatti avere, tra gli obiettivi primari, quello di tutelare e favorire l’ambiente. Sono due aspetti da leggere in coppia, strettamente connessi».
A Bologna come vengono lette queste sfide?
«In questa città stiamo cercando di sfruttare al meglio questa occasione di cambiamento, di modernizzazione, senza tralasciare alcuna opportunità. Come Comune guardiamo verso questa direzione con massima serietà e sono già stati raggiunti moltissimi traguardi: non a caso questo impegno ci viene riconosciuto costantemente. Non solo»
Cos’altro?
«Nonostante questo cerchiamo sempre di migliorarci e continuiamo a partecipare ai diversi bandi per non perdere le occasioni che si presenteranno. Ora soprattutto, se pensiamo anche alle moltissime possibilità che arriveranno dal Tecnopolo»
Quali sono le aspettative?
«Bologna può diventare capitale italiana sotto questo punto di vista, perché con i tanti dati raccolti nei diversi settori, in trent’anni di buona amministrazione, poter abbinare la velocità di calcolo e i fondi del Pnrr è un’occasione unica da non perdere»
C’è un aspetto che non può essere tralasciato in vista del futuro?
«Poniamo grande attenzione ai digital divide, cioè il divario che c’è tra chi ha accesso adeguato a internet e chi non ce l’ha. Anche per questo, al fine di non lasciare nessuno indietro, ci sono percorsi in città insieme a enti del terzo settore, in modo da intercettare più persone possibili e accompagnarle verso questa transizione digitale»
E poi?
«Diamo grande risalto anche alla cyber security, e in quest’ottica portiamo avanti concorsi per inserire nella pubblica amministrazione diverse competenze e figure, in un progetto pilota nazionale, insieme agli istituti tecnici. È fondamentale avere la massima attenzione riguardo il livello di sicurezza per la tutela dei dati, che saranno in costante crescita»
Per stare al passo, la città a che ritmo cammina?
«Una delle nostre priorità è implementare la crescita del dipartimento innovazione digitale con 18 nuovi dipendenti che stanno entrando in queste settimane, in aggiunta ai 49 già presenti. Una buona percentuale in più, per un importante cambio di passo»
Che risposta c’è su questi temi da parte dei cittadini?
«Molti sono già sensibili al tema, altri cominciano a interessarsene ora. Il nostro è uno sforzo complessivo, che fa leva su moltissime iniziative: l’analisi dei dati ha naturalmente un grande potenziale, che merita di essere conosciuto e sfruttato perché capace di migliorare la vita degli stessi cittadini. Che, in questo modo, possono andare di pari passo con la tecnologia senza mai essere sostituiti da essa».